Asset alternativi in portafoglio? Sì, ma bisogna saperli gestire
Il contesto attuale di elevata inflazione e volatilità dei prezzi spinge gli investitori verso strumenti di investimento in grado di generare rendimenti decorrelati dall’andamento dei mercati. Come i cosiddetti “investimenti alternativi”, macro categoria sotto la cui definizione ricadono, ad esempio, gli hedge fund, il real estate, le materie prime, il private equity, il private debt e il venture capital. Le prospettive del comparto per gli anni a venire rivelano infatti un trend di crescita: per la società di consulenza britannica Preqin, l’industria degli investimenti alternativi a livello globale dovrebbe raggiungere i 23,21 mila miliardi di dollari entro il 2026, quasi raddoppiando il valore registrato nel 2021. Il settore, tuttavia, può risultare non di facile approccio per investitori e gestori, data la complessità (anche normativa) che sottende alla selezione, all’inclusione in portafoglio e alla gestione degli asset non tradizionali. Ecco perché diventa cruciale per gli intermediari che operano in questo settore essere pronti a gestire l’operatività. Ne abbiamo parlato con Paolo Bonacina, BPO Service Operation Director di Objectway.