Passaggio del patrimonio agli eredi: il valore della liquidità

25.2.2022
Tempo di lettura: 2'
Le strategie di gestione degli immobili e il ruolo di trust e polizze vita nelle successioni. Un caso concreto
“Saranno problemi dei miei figli”. Questa è una risposta che mi è capitato di ricevere quando ho proposto ad alcuni clienti di pianificare il passaggio dei loro patrimoni agli eredi in modo da preservare la ricchezza che hanno costruito nel tempo. Una ricchezza che, nella gran parte dei casi, ha una forte componente immobiliare e che può creare dei problemi di liquidità a chi la erediterà: vendere un immobile, infatti, richiede del tempo e comporta dei costi di intermediazione talvolta molto onerosi.
L'amore per il mattone da parte degli italiani è un dato oramai consolidato nel tempo, come testimonia il fatto che nel nostro paese oltre il 70% degli italiani dispone di una casa di proprietà, una percentuale elevata e difficilmente riscontrabile in altri paesi. Bisogna, però, sottolineare che l'investimento in immobili presenta delle differenze tra le diverse aree geografiche.
In particolare, per quanto riguarda la rivalutazione del capitale investito in immobili le differenze tra le città possono essere notevoli come mostra il grafico sottostante (elaborato dall'Ufficio studi Tecnocasa) sulla variazione percentuale dei prezzi negli ultimi 20 anni.

Fonte: https://news.tecnocasagroup.it/ufficio-stampa/comunicati-stampa/mercato-nazionale-e-attualita/rendimenti-immobiliari-residenziali/
Accertato che il passaggio generazionale avviene più facilmente se gli asset che compongono il patrimonio sono facilmente liquidabili, quali possono essere le soluzioni per aumentare la liquidità di un patrimonio destinato ad una successione?
Ovviamente sono diverse e vanno adeguate ad ogni situazione e alle sue caratteristiche particolari. Ricorrere ad un trust, ad esempio, segregando parte del patrimonio che viene affidata ad un trustee, può essere una soluzione valida, ma forse non alla portata di tutti. Probabilmente dà i migliori risultati per i patrimoni di una certa consistenza.
Viene più facilmente utilizzata come mezzo per gestire il passaggio di un patrimonio la polizza vita che individui gli eredi come beneficiari. Questo strumento finanziario, infatti, non concorre alla formazione dell'asse ereditario e quindi l'imposta di successione non viene applicata. Non risulta necessario neanche un testamento poiché regola chiaramente i rapporti con i beneficiari/eredi. È vero che le polizze hanno delle commissioni di gestione, ma queste di solito ammontano tra 1,5% e 2% che, confrontate con il valore minimo dell'imposta di successione pari al 4%, determinano comunque un margine di valore interessante per gli eredi.
Un caso concreto? Un mio cliente voleva lasciare il suo patrimonio, costituito principalmente da immobili, destinandolo per metà ai fratelli (unici eredi visto che la persona in questione non aveva figli) e per metà ad alcuni enti di beneficenza. Un immobile, come si è detto, è un asset con una gestione che può essere impegnativa e ancora di più se diventa oggetto di una comunione ereditaria, in questo caso assolutamente impraticabile. La soluzione individuata insieme al cliente è stata quella di vendere l'immobile in questione e di attivare una polizza vita che aveva come beneficiari i soggetti designati e che prevedeva il 50% delle prestazioni ai fratelli e 25% a ciascuno dei due enti designati.
In conclusione, il ruolo di un consulente finanziario è proprio quello di individuare le soluzioni per risolvere i problemi di un cliente non solo individuando gli strumenti finanziari più idonei ma anche attivando, quando è necessario, altri professionisti.
L'amore per il mattone da parte degli italiani è un dato oramai consolidato nel tempo, come testimonia il fatto che nel nostro paese oltre il 70% degli italiani dispone di una casa di proprietà, una percentuale elevata e difficilmente riscontrabile in altri paesi. Bisogna, però, sottolineare che l'investimento in immobili presenta delle differenze tra le diverse aree geografiche.
Non trovi tutte le informazioni che ti servono? Consulta direttamente i nostri esperti gratuitamente.
Fonte: https://news.tecnocasagroup.it/ufficio-stampa/comunicati-stampa/mercato-nazionale-e-attualita/rendimenti-immobiliari-residenziali/
Accertato che il passaggio generazionale avviene più facilmente se gli asset che compongono il patrimonio sono facilmente liquidabili, quali possono essere le soluzioni per aumentare la liquidità di un patrimonio destinato ad una successione?
Ovviamente sono diverse e vanno adeguate ad ogni situazione e alle sue caratteristiche particolari. Ricorrere ad un trust, ad esempio, segregando parte del patrimonio che viene affidata ad un trustee, può essere una soluzione valida, ma forse non alla portata di tutti. Probabilmente dà i migliori risultati per i patrimoni di una certa consistenza.
Viene più facilmente utilizzata come mezzo per gestire il passaggio di un patrimonio la polizza vita che individui gli eredi come beneficiari. Questo strumento finanziario, infatti, non concorre alla formazione dell'asse ereditario e quindi l'imposta di successione non viene applicata. Non risulta necessario neanche un testamento poiché regola chiaramente i rapporti con i beneficiari/eredi. È vero che le polizze hanno delle commissioni di gestione, ma queste di solito ammontano tra 1,5% e 2% che, confrontate con il valore minimo dell'imposta di successione pari al 4%, determinano comunque un margine di valore interessante per gli eredi.
Un caso concreto? Un mio cliente voleva lasciare il suo patrimonio, costituito principalmente da immobili, destinandolo per metà ai fratelli (unici eredi visto che la persona in questione non aveva figli) e per metà ad alcuni enti di beneficenza. Un immobile, come si è detto, è un asset con una gestione che può essere impegnativa e ancora di più se diventa oggetto di una comunione ereditaria, in questo caso assolutamente impraticabile. La soluzione individuata insieme al cliente è stata quella di vendere l'immobile in questione e di attivare una polizza vita che aveva come beneficiari i soggetti designati e che prevedeva il 50% delle prestazioni ai fratelli e 25% a ciascuno dei due enti designati.
In conclusione, il ruolo di un consulente finanziario è proprio quello di individuare le soluzioni per risolvere i problemi di un cliente non solo individuando gli strumenti finanziari più idonei ma anche attivando, quando è necessario, altri professionisti.