D’Acunti (Invesco): creiamo un ponte tra risparmio e investimenti

La gestione del denaro in ottica futura attira una schiera sempre più vasta di persone, che appartengono alle quattro generazioni - boomer, gen x, millennial e gen z - messe a fuoco dalla ricerca realizzata da Bva Doxa per Invesco.
4 generazioni a confronto mostrato attitudini, sensibilità e approcci diversi al risparmio e agli investimenti.
“La finanza sta diventando ‘pop’”. Giuliano D’Acunti, country head di Invesco, è convinto che lo scenario di radicale incertezza possa stimolare un interesse e una consapevolezza più diffusi per la gestione del denaro: “Oggi nessuno può permettersi di non sapere – spiega -. Nessuno può delegare in toto le decisioni d’investimento”.
E a tal riguardo, la ricerca realizzata da Bva Doxa e di cui si anticipano alcuni risultati in questo numero di Le Dossier di We Wealth, lascia trasparire un dato sorprendente. “L’81% degli intervistati dichiara di informarsi su argomenti di natura finanziaria. Per farlo, le quattro generazioni prese in esame baby boomer, gen X, millennial e gen Z – utilizzano canali differenti: i più giovani, ad esempio, optano per i social media. Gli altre tre gruppi invece preferiscono rivolgersi al proprio referente in banca o al consulente finanziario. Il bisogno di informarsi, in ogni caso, è un principio trasversale.
La gestione del denaro come valore
“La gestione del denaro è vista come un valore in sé: non importa tanto, o solo, “avere molto denaro” ma è rilevante la capacità di conservare, rendere, investire le proprie risorse finanziarie ed economiche”, racconta il manager. Sembra emergere un atteggiamento costruttivo, responsabile, di chi vuole prendere in mano la propria vita finanziaria. Al punto che – ricorda D’Acunti una cattiva gestione, invece, proietta su di sé un’idea di fallimento”.
Eppure questo desiderio spesso s’inceppa nel passaggio da risparmio a investimento. Qual è il tassello che manca? “È proprio l’educazione finanziaria. C’è bisogno di aumentare il livello di conoscenza. Anche questo è un bisogno trasversale alle quattro generazioni rispetto a cui la ricerca rileva D’Acunti – raccoglie la visione di oggi e di domani, la relazione con il denaro, il rapporto tra risparmio e investimento, guardando al futuro”.
Risparmio investito e investimento protetto
La fotografia del presente vede prevalere una condizione di stanchezza (40%), incertezza (38%), preoccupazione (40%), stress (34%), con varie sfumature. Ma la speranza è il sentimento che viene indicato come prevalente dal 30% degli intervistati. “La condizione d’incertezza non paralizza, spinge ad evolvere, a trovare nuove opportunità”, argomenta il top manager di Invesco.
Se c’è un fattore che frena l’azione concreta è proprio la scarsa conoscenza del settore finanziario. I risparmiatori di ogni generazione, dichiarano che sarebbero più propensi a muoversi, a prendere in mano la gestione di risparmi e investimenti, se vedessero la possibilità di un “risparmio investito” e di un “investimento protetto”. L’industria dei servizi finanziari, a dire il vero, offre già una molteplicità di soluzioni che rispondono perfettamente a questa generica richiesta di strumenti adatti a mettere a frutto i risparmi senza esporre a rischi eccessivi. Le attuali condizioni di mercato, che dopo la violenta risalita dei tassi hanno riportato valore nel reddito fisso, anche governativo e corporate high yeald, facilitano il compito. “Non servono nuove tipologie di prodotti, ma un contesto che incoraggi l’investimento”, dice D’Acunti. Anche in questo caso, i risultati della ricerca Bva Doxa vengono in aiuto.
Il ruolo dei consulenti finanziari
“Il futuro attiva l’interesse dei risparmiatori se è fatto di obiettivi definiti e non troppo lontani, che ovviamente variano in base alle diverse generazioni”, dice il top manager. “Gli investimenti devono essere un ponte verso il futuro: tutti noi non lavoriamo nel settore della finanza, ma nel mondo della fiducia”, chiosa D’Acunti. Gli intervistati dichiarano di voler riporre la propria fiducia in chi avrà ‘autorevolezza visionaria’ e ‘vicinanza personalizzata’. Cercano un “personal trainer finanziario”, che – attraverso la finanza – li accompagni, li guidi mentre attraversano il ponte verso il futuro”.
La figura del consulente finanziario, dice D’Acunti, è il punto d’incontro tra passato e futuro. Può valere per la vita del singolo individuo o per il ciclo di vita della famiglia, lungo le generazioni. Tutti sono alla ricerca di competenze. La sfida dei consulenti, che le competenze le possiedono, è capire come veicolarle con un linguaggio adatto ai tempi, capace di intercettare i bisogni e di proiettare gli individui verso il futuro”. L’educazione finanziaria è la chiave per realizzare questo percorso. Ed è un bene che “l’11 aprile 2023 il disegno di legge Competitività l'abbia resa materia di studio obbligatoria a scuola”, ricorda D’Acunti (leggi box). L’obiettivo di migliorare l’educazione finanziaria chiama in causa tutti.
“Assogestioni, ha creato un comitato dedicato al tema dell'educazione finanziaria incentrato sulla gestione del risparmio delle nuove generazioni, in particolare millennial e gen Z. È un programma estremamente interessante, che si svilupperà in un orizzonte di tre anni. Al prossimo Salone del Risparmio sveleremo una tappa importante di questo progetto”.