Nuove regole Ue e fisco: Anasf fa il punto sul futuro dei consulenti

Alberto Battaglia
13.7.2023
Tempo di lettura: 5'
Il presidente dell'Anasf, Luigi Conte, ha presentato i risultati della XI legislatura dell'associazione, contraddistinta dal "lobbying positivo" sul nodo retrocessioni. Guardando avanti, si apre la partita dell'educazione finanziaria obbligatoria nelle scuole

"Nell’XI legislatura Anasf sono stati diversi i traguardi raggiunti grazie alla cooperazione posta in essere tra i quattro pilastri fondamentali della società: organizzazioni, istituzioni, imprese e cittadini", ha dichiarato il presidente dell'Anasf, Luigi Conte

Fra i pericoli scampati, il possibile divieto europeo al modello di remunerazione della consulenza che prevede gli incentivi

La commissaria McGuinness ci ha ascoltati e ha capito”: è un Luigi Conte soddisfatto quello che, il 12 luglio, ha incontrato i cronisti per presentare i risultati annuali della legislatura Anasf. Senza dubbio il pacchetto legislativo proposto dalla Commissione europea sugli investimenti al dettaglio, in attesa di approvazione, è stato l'evento normativo più importante che ha attraversato l'ultimo anno dell'associazione di categoria dei consulenti finanziari italiani. 


Anasf non è stata certo la sola organizzazione ad opporsi al divieto delle retrocessioni come strumento di remunerazione per la professione. E l'attività di pressione ha dato i suoi frutti: obbligare il pagamento della consulenza alle sole parcelle pagate dal cliente è una strada che, per il momento, la Commissione ha deciso di abbandonare. “Abbiamo fatto capire alla commissaria”, responsabile per i Servizi finanziari, “che il presidio costante è un elemento fondamentale”, ha dichiarato Conte, richiamando la costanza di rapporto che viene mantenuta fra il consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede e il suo cliente. 


La posizione espressa dalle associazioni dei consumatori, favorevoli all'abolizione delle retrocessioni, era che per molti risparmiatori al dettaglio fosse più efficace, in termini di costi e benefici, una consulenza indipendente una tantum, piuttosto che il pagamento ricorrente implicito negli incentivi sui prodotti finanziari. Questa posizione, ancora una volta, è stata contestata dal presidente dell'Anasf per il quale “il presidio della cura”, in un parallelo con la terapia medica, è l'aspetto che consente di assicurare un avvicinamento agli obiettivi finanziari. 


Le altre partite normative

Anche la riforma fiscale, che dovrebbe includere un superamento della distinzione fra redditi diversi di natura finanziaria e redditi di capitale, è stata rivendicata come un riconoscimento delle istanze presentate da diverso tempo dall'Anasf. Questo superamento, che consente in modo più facile la compensazione di investimenti in perdita e in guadagno (ossia di minus e plusvalenze) permetterà di selezionare i prodotti sgomberando il campo da “elucubrazioni fiscali”, consentendo una valutazione prettamente strategica sui bisogni del risparmiatore.


Anche il ddl Capitali, che punta a incrementare l'attrattiva di Piazza Affari per le Pmi, ha incassato il favore dell'Anasf che, si legge nella nota stampa diffusa al termine dell'incontro, si è “sempre impegnata nella sua attività di interlocuzione con le istituzioni del Paese per implementare best practice comuni volte alla canalizzazione del risparmio delle famiglie italiane verso l’economia reale, semplificando e razionalizzando la competitività del mercato dei capitali del Paese”.


Fra i fenomeni finanziari, invece, il ritorno di fiamma fra gli italiani e i Btp ha provocato un divario in favore della raccolta nel risparmio amministrato, piuttosto che sul (più remunerativo per il consulente) risparmio gestito. Secondo Conte, questo fenomeno è un falso problema: “Se il cliente passa dal conto corrente al Btp è un fattore positivo”, perché, ha affermato il presidente dell'Anasf, può essere un punto di partenza per affrontare una gestione finanziaria più variegata ed evoluta.


L'educazione finanziaria obbligatoria nelle scuole

Dopo anni di educazione finanziaria promossa dall'Anasf attraverso il progetto Economic@mente, il ddl Concorrenza ha finalmente sancito l'entrata obbligatoria di questa materia nei programmi scolastici, all'interno dell'educazione civica. E' un primo passo normativo che ora attende una delicata definizione delle modalità di formazione del corpo docente, con l'individuazione delle figure didattiche più adeguate ad affrontare la materia, ma anche la determinazione dei programmi più utili e adeguati. Il timore dell'Anasf, ha confermato Conte in risposta a una domanda di We Wealth è che il corso possa prestarsi a un più generico excursus storico (“cos'è l'euro... cos'è il capitalismo”) o a declinazioni “ideologiche” che l'Anasf spera possano essere scongiurate. 


L'associazione sta interloquendo il ministero dell'Istruzione fornendo la propria disponibilità “di affiancamento” nella fase di formazione del corpo docente che, non è un segreto, è largamente alieno a tutte le tematiche di pianificazione finanziaria. In attesa che si possa introdurre l'educazione finanziaria come materia a se stante, ha affermato Conte, è importante che nelle poche ore mensili che verranno ad essa dedicate possano essere condensate “pillole” di grande presa ed efficacia concreta. Il punto d'arrivo è arrivare a una “cittadinanza economica” che, per il momento, è sempre rimasta appannaggio di pochi individui in Italia. Un cittadino finanziariamente più istruito non solo investe meglio, ma, suggeriscono le ripetute rilevazioni della Consob sulle famiglie, investe anche di più.

Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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