Quanto guadagnano i top banker europei?

Rita Annunziata
14.4.2021
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Andrea Orcel si prepara a tornare al centro della scena europea assumendo le redini di Unicredit dall'ormai ex ceo Jean Pierre Mustier, con un maxi-stipendio da 7,5 milioni di euro. Un pacchetto nettamente superiore al suo predecessore. Ma in linea con le buste paga dei principali top banker del continente

Secondo un’elaborazione di We Wealth sui dati FT-Bloomberg, al primo posto si posiziona Andrea Orcel di Unicredit con 7,5 milioni di euro

Lo scorso anno Jean Pierre Mustier ha tagliato volontariamente il proprio stipendio di un quarto in risposta all’emergenza pandemica

Sul podio anche una donna: Ana Botín, executive director di Banco Santander, dal maxi-stipendio di 6,9 milioni annui

Parte il conto alla rovescia per l'assemblea degli azionisti di Unicredit, che si prepara ad approvare il passaggio di consegne dall'ormai ex ceo Jean Pierre Mustier ad Andrea Orcel. Una nomina che ha rischiato di essere oscurata dalle discussioni sul maxi-stipendio del top banker da 7,5 milioni di euro. Cifra che, secondo un'elaborazione di We Wealth sui dati FT-Bloomberg, lo renderebbe di fatto il banchiere più pagato d'Italia e gli farebbe guadagnare un posto nella rosa dei colleghi più generosamente ricompensati del continente.

Tramonta l'era Mustier


Il potenziale pacchetto concordato dal top banker è infatti nettamente superiore a quello del suo predecessore, che ha annunciato le proprie dimissioni nel mese di novembre. Mustier, secondo quanto risulta al Financial Times, aveva ridotto la sua paga fissa del 40% a 1,2 milioni di euro al momento del suo insediamento nel 2016 e lo scorso anno ha proceduto anche a tagliare volontariamente il proprio stipendio di un quarto in risposta all'emergenza pandemica, oltre a rinunciare a 2,4 milioni di euro in bonus. Decisioni che lo hanno condotto a chiudere il 2020 con un compenso complessivo pari a 0,9 milioni di euro. Intanto, nella giornata del 12 aprile, Unicredit ha risposto per iscritto alle domande dei soci sulla retribuzione del neo-amministratore delegato, sottolineando in sostanza come l'obiettivo sia quello di “garantire il giusto livello di competitività e attrazione per un dirigente di alto livello”. In tale contesto, si legge sul sito dell'istituto, “in sostituzione della remunerazione variabile standard per il 2021 e al fine di favorire l'allineamento degli interessi tra il ceo designato e gli azionisti attraverso la dinamica dei prezzi delle azioni (al rialzo e al ribasso), già nel primo anno nel ruolo è prevista un'assegnazione una tantum basata su azioni, che consentirà al sig. Orcel di soddisfare le linee guida sull'azionariato del gruppo, che prevedono che il ceo mantenga un controvalore pari al 200% della retribuzione fissa in azioni”.
Nessuna conferma invece sulla cifra da capogiro, ma Unicredit ha sottolineato come per Orcel sia “prevista una remunerazione fissa definita tra la mediana di mercato e il quartile superiore del peer group europeo di Unicredit, composto da 14 banche”. Il 57enne, ex amministratore delegato di Ubs Investments con un'esperienza ventennale in Merril Lynch, aveva battuto gli altri candidati grazie alle “straordinarie competenze, la forte leadership e la profonda conoscenza delle sfide e delle opportunità nei servizi finanziari internazionali”, come sottolineato dal Comitato per la corporate governance, nomination e sustainability dell'istituto in occasione della formalizzazione all'unanimità della nomina da parte del Consiglio di amministrazione nel mese di gennaio. Ma il nodo degli stipendi non si ferma a piazza Gae Aulenti.

La classifica dei banchieri più ricchi


Secondo un'elaborazione di We Wealth sui dati FT-Bloomberg, al secondo posto della classifica dei banchieri europei con le retribuzioni più corpose si posiziona Christian Sewing, attuale ceo di Deutsche Bank. L'istituto, infatti, ha annunciato nella giornata del 29 marzo una riorganizzazione del board, inviando però un “chiaro segnale di continuità”, si legge in una nota, con la stipula di un nuovo contratto per il top banker fino ad aprile 2026. A tal proposito, Sewing trasferirà la responsabilità dell'investment bank e della corporate bank a Fabrizio Campelli, attualmente chief transformation officer, mentre assumerà a sua volta ulteriori responsabilità per la funzione “risorse umane” alla cui guida resterà Michael Ilgner.
Sul podio anche una “quota rosa” con Ana Botín, executive director di Banco Santander dal maxi-stipendio di 6,9 milioni annui. L'ex Jp Morgan, ha guidato la trasformazione culturale, commerciale e tecnologica del gruppo fin dal 2014, “incentrata sul rafforzamento della fiducia e della fedeltà dei clienti”, si legge in una nota. “Sotto la sua guida, Santander si è data un chiaro obiettivo: aiutare le persone e le imprese a prosperare in modo semplice ed equo”, spiega il gruppo, impegnandosi “ad agire in modo responsabile per conto dei propri dipendenti, clienti, azionisti e della comunità in cui opera”. Di rilievo anche l'interessa di Botín per una crescita sostenibile e inclusiva, che si riflette nelle sue attività filantropiche (tra le altre cose, ha fondato la Fundacion Cyd, che sostiene e promuove il contributo delle università spagnole allo sviluppo economico e sociale del paese). A tal proposito, nel mese di febbraio, Santander ha annunciato di puntare a emissioni nette pari allo zero entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, la banca allineerà il proprio portafoglio clienti all'Accordo di Parigi, smettendo di fornire servizi finanziari ai produttori di energia con oltre il 10% dei ricavi dipendenti dal carbone termico entro il 2030 ed eliminando tutta l'esposizione all'estrazione di carbone termico nel mondo nello stesso arco di tempo.

Chiudono la rosa dei 16 banchieri più retribuiti a livello europeo Noel Quinn di Hsbc (4,7 milioni), Jes Staley di Barclays (4,5 milioni), Bill Winters di Standard Chartered (4,2 milioni), António Horta-Osório di Lloyds Banking Group (3,9 milioni), Jean-Laurent Bonnafé di Bnp Paribas (3,8 milioni), Carlo Messina di Intesa Sanpaolo (3,7 milioni), Manfred Knof di Commerzbank (3,4 milioni), Carlos Torres Vila di Bbva (3,1 milioni), Alison Rose di NatWest Group (2,9 milioni), Frédéric Oudéa di Societe Generale (2,6 milioni), Philippe Brassac di Crédit Agricole (2,4 milioni) e Steven van Rijswijk di Ing (2,2 milioni, cifra annualizzata sulla base dei sei mesi in cui ha ricoperto la posizione di amministratore delegato).
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Elaborazione di We Wealth sui dati FT-Bloomberg. Escluse le banche con un patrimonio inferiore ai 500 miliardi
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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