Gruppo Sella, il private fa squadra con il corporate banking

Pieremilio Gadda
Pieremilio Gadda
24.2.2022
Tempo di lettura: 5'
Per Carlo Giausa, alla guida del Wealth & asset management del gruppo Sella, integrare private banking e corporate e investment banking è indispensabile per servire bene i clienti imprenditori. Le strategie sull'offerta, con un focus sulla sostenibilità, e sul fronte digitale

Il Wealth & asset management del gruppo Sella vanta 26,7 miliardi di euro gestiti nel 2021, attraverso le due strutture dedicate al private, Banca Patrimoni Sella e Banca Sella Private Banking.

Oggi gli asset in gestione del gruppo Sella classificati come art. 8 (prendono in considerazione, cioè, anche fattori ambientali e sociali ndr) e art. 9 (hanno un esplicito obiettivo sul fronte della sostenibilità) sono superiori alla media europea del 36,9%.

Merita di essere chiamato wealth management solo se il servizio va oltre il perimetro degli investimenti. Sia chiaro “L'80/90% dell'attività di ogni banker è rivolta alla gestione del patrimonio finanziario, che rappresenta la nostra storia. Ma è il restante 10/20% che può fare davvero la differenza per alcuni clienti”, spiega Carlo Giausa, da tre anni alla guida del Wealth & asset management del gruppo Sella: 26,7 miliardi di euro gestiti nel 2021, attraverso le due strutture dedicate al private, Banca Patrimoni Sella e Banca Sella Private Banking, dove operano 577 professionisti, con un portafogli medio di 46 milioni di euro.

La consulenza agli imprenditori

Dove – e come – si può fare la differenza? “Nel servizio agli imprenditori”, Giausa non ha dubbi. “L'asset allocation e il wealth planning sono nel nostro Dna. Per i clienti che hanno un'azienda, però, non basta: serve un modello che possa integrare il private banking anche con il corporate e l'investment banking, per supportare l'impresa sul piano della finanza aziendale, anche per operazioni straordinarie.

E noi come gruppo siamo impegnati esattamente a far questo: dal cliente, private banker e corporate e investment banker vanno insieme. Prima la collaborazione era informale, oggi è ben strutturata sul territorio, ma sempre con un coordinamento centrale.

Tra Cib e private banking c'è un dialogo quotidiano. L'approccio integrato nel rispondere alle esigenze del patrimonio personale e aziendale è incoraggiato dalla proprietà e connaturato nel nostro modello: non dimentichiamoci che siamo una banca di imprenditori".

La sostenibilità al centro dell'offerta

La gestione del patrimonio finanziario non deve comunque restare indietro. Le ricerche dicono che l'ampliamento della gamma di prodotti è il terreno su cui si gioca una buona parte della competizione tra gli operatori del private.

Da una parte, “siamo impegnati a declinare rapidamente la nostra offerta nel risparmio gestito in chiave sostenibile”, ricorda Giausa. “Già oggi gli asset in gestione del gruppo Sella classificati come art. 8 (prendono in considerazione, cioè, anche fattori ambientali e sociali ndr) e art. 9 (hanno un esplicito obiettivo sul fronte della sostenibilità) sono superiori alla media europea del 36,9%.

Le prassi di buona governance, il rispetto dell'ambiente e dei fattori sociali rappresentano elementi imprescindibili per la sostenibilità economica del sistema”.

La strategia sul fronte dei private market

Poi c'è l'innovazione nelle forme alternative d'investimento, ci sono i private market. “I grandi patrimoni devono avere accesso al mondo dei mercati non quotati, che fino ad oggi è stato appannaggio degli investitori istituzionali”, osserva il top manager. Trattandosi di strumenti illiquidi, che, tipicamente, mantengono il capitale vincolato per un periodo di 7-10 anni o anche superiore, devono riconoscere un extra-rendimento.

“La verità è che i fondi che si collocano sistematicamente nel primo quartile, cioè i migliori, hanno ritorni molto importanti”, precisa il manager, ed i clienti ben comprendono che l'illiquidità dello strumento è premiata.

“Negli ultimi due anni abbiamo lanciato un fondo internazionale di venture capital, un fondo di coinvestimenti di private equity ed un fondo di private debt: il gradimento dei clienti è stato molto incoraggiante”.

Fino a che punto i private market devono essere “democratici”? “L'Italia è un Paese dominato dal segmento small private: la concentrazione di ricchezza nella fascia da 500mila euro a 5 milioni non ha eguali in Europa”, osserva Giausa.

“Gli eltif, da questo punto di vista, rappresentano una soluzione giuridica e gestionale molto interessante, perché i meccanismi di funzionamento sono un po' diversi e i ritorni attesi non troppo distanti dai fondi tradizionali con richiamo del capitale. La soglia d'investimento e le modalità operative li rendono però più interessanti ed accessibili”.

Gli strumenti digitali a supporto della relazione

Un altro capito che oggi richiede forti investimenti è la tecnologia. “Imprescindibile non solo per i clienti di oggi – che durante la pandemia hanno in molti casi colmato eventuali lacune, in riferimento all'uso degli strumenti digitali – ma soprattutto per la generazione che segue”.

A questo proposito, Banca Sella ha appena lanciato una nuova piattaforma di private banking, che consente ai banker di gestire tutti i servizi di wealth management in un unico applicativo, tenendo costantemente monitorata la situazione del cliente dal patrimonio finanziario a quello assicurativo, dagli asset immobiliari a quelli aziendali, fino alla pianificazione successoria – con la possibilità di ottenere, se il cliente lo desidera, un'analisi aggregata di tutti i conti correnti aperti presso diversi istituti e di fissare appuntamenti virtuali tra banker e cliente condividendo anche documenti da remoto.

Anche nel wealth management c'è bisogno di innovazione.

 

Articolo tratto da We Wealth di febbraio

 

 

 
Direttore del magazine We wealth direttore editoriale della redazione di We Wealth. Nato a Brescia, giornalista professionista, è laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano. Nel passato ha coordinato la redazione di Forbes Italia e Collabora anche con l’Economia del Corriere della Sera e Milano Finanza.

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