Oxfam: tassare le plusvalenze al 72% per ridurre la diseguaglianza

Alberto Battaglia
16.1.2023
Tempo di lettura: 5'
L'organizzazione ha mostrato come, dal 2020, l'1% più ricco abbia intascato il 63% della nuova ricchezza creata, suggerendo al forum di Davos di agire

L'atteso appuntamento del World Economic Forum di Davos, in partenza il 16 gennaio, è stato anticipato da un monito al quale ci si è ormai abituati: nei due anni di pandemia le disuguaglianze economiche sono aumentate in modo sostanziale. La novità è che i dati pubblicati da Oxfam hanno restituito un ordine di grandezza più preciso su quanto le cose siano effettivamente cambiate: per ogni dollaro guadagnato da una persona nel 90% meno ricco, ciacun miliardario ha guadagnato 1,7 milioniDal 2020, inoltre, l'1% più ricco del pianeta 'ha intascato' quasi due terzi (63%) della nuova ricchezza creata. 


In media le fortune dei miliardari, nel mondo, aumentano di 2,7 miliardi ogni giorno ha affermato Oxfam (che ha tratto i dati dal report periodico di Credit Suisse sulle grandi ricchezze), in un momento in cui l'inflazione supera la crescita dei salari per almento 1,7 miliardi di lavoratori – che di fatto stanno subendo una riduzione del loro potere d'acquisto.  


Dal momento che l'incremento delle grandi ricchezze è avvenuto principalmente grazie alla valorizzazione di asset finanziari, l'intervento di politica economica che l'organizzazione suggerisce ai potenti del pianeta, buona parte dei quali riuniti a Davos, è quello di aumentare drasticamente l'imposta sulle plusvalenze. Ossia, quella tassa che si applica sui guadagni derivanti dalla differenza fra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendità di un'attività finanziaria. 


Nel mondo, l'aliquota media di questa tassa è al 18%: Oxfam suggerisce di quadruplicare questo prelievo per assicurare che “i guadagni derivanti da redditi di capitale siano tassati almeno quanto quelli da lavoro, meglio se di più”. Questo intervento porterebbe l'imposta sul capital gain a un'inusitata percentuale del 72%.

I redditi da lavoro dell'aliquota più elevata, che in media si trova al 31%, secondo Oxfam dovrebbe invece raddoppiare intorno al 60%. “Le aliquote fiscali marginali del 60% e oltre sul reddito personale dei ricchi sono state la norma per gran parte del XX secolo”, ha affermato Oxfam riferendosi alla percentuale di prelievo fiscale che si applica su ogni guadagno aggiuntivo per chi si trova nelle più elevate fasce di reddito. “Per i super-ricchi - cioè coloro che hanno fortune multimilionarie o miliardarie - le aliquote fiscali dovrebbero essere del 75% o superiori, per scoraggiare le retribuzioni altissime dei dirigenti”.


Tassazione ancora di favore per grandi patrimoni

La leva fiscale, quando si parla di patrimoniali sui super ricchi è inutilizzata in buona parte del pianeta e, altrove, resta generalmente poco rilevante. Solo il 4% del gettito fiscale globale proviene da tasse sulla ricchezza e “due terzi dei paesi non hanno alcuna forma di tassa di successione”. Metà dei miliardari oggi vivono in Paesi che non hanno nessuna tassa sulle eredità, con la possibilità di traferire senza alcun prelievo pubblico una ricchezza da 5mila miliardi di dollari. 


Aumentare anche di pochi punti percentuali il prelievo sui super ricchi globali potrebbe produrre notevoli benefici redistributivi. L'elaborazione di Oxfam, in collaborazione con l'Institute for Policy Studies, il gruppo Patriotic Millionaires e Fight Inequality Alliance indica che “una tassa sulla ricchezza del 2% sui milionari del mondo, del 3% su quelli con ricchezza superiore a 50 milioni di dollari e del 5% sui miliardari del mondo raccoglierebbe 1.700 miliardi di dollari all'anno”. Un ammontare sufficiente a far uscire dalla povertà 2 miliardi di persone”, assumendo che gli Stati redistribuiscano tutto il gettito di queste tasse. 


L'obiettivo finale “abolire i miliardari”

A fronte di una distribuzione del reddito e della ricchezza sempre più diseguale Oxfam ha delineato un'agenda dai toni piuttosto radicali, per i decisori politici globali. “Oxfam ritiene che, come punto di partenza, il mondo dovrebbe puntare a dimezzare la ricchezza e il numero di miliardari entro il 2030, aumentando le tasse sull'1% più ricco o adottando altre politiche per ridurre il numero di miliardari. Questo riporterebbe la ricchezza e il numero di miliardari al punto in cui si trovavano solo un decennio fa, nel 2012”. E ancora: “L'obiettivo finale dovrebbe essere quello di andare oltre e abolire del tutto i miliardari, nell'ambito di una distribuzione più equa e razionale della ricchezza mondiale. La tassazione avrà un ruolo cruciale nella realizzazione di questa visione, ma ciò avverrà solo se taglieremo drasticamente decenni di sgravi fiscali per i ricchi e le aziende”. 


Con la correzione dei mercati subita nel 2022 la ricchezza globale dei miliardari si è ridotta, ma rimane decisamente più elevata rispetto al pre-pandemia. Il caso emblematico di Elon Musk è letteralmente entrato nel Guinness dei primati con una perdita nel patrimonio netto mai vista prima: da 320 miliardi del 2021 agli attuali 132. 


L'agenda del World Economic Forum 2023

Il tema della disuguaglianza non sarà direttamente fra i maggiori argomenti di discussione del Forum di Davos ai nastri di partenza. Buona parte degli argomenti di discussione gravitano attorno alle conseguenze economiche e politiche della guerra in Ucraina. Ecco la lista degli argomenti completa:


  • Affrontare le attuali crisi energetiche e alimentari nel contesto di un nuovo sistema per l'energia, il clima e la natura 
  • Affrontare l'attuale economia ad alta inflazione, bassa crescita e alto debito nel contesto di un nuovo sistema per gli investimenti, il commercio e le infrastrutture. 
  • Affrontare gli attuali venti contrari dell'industria nel contesto di un nuovo sistema di sfruttamento delle tecnologie di frontiera per l'innovazione e la resilienza del settore privato. 
  • Affrontare le attuali vulnerabilità sociali nel contesto di un nuovo sistema per il lavoro, le competenze e l'assistenza. 
  • Affrontare gli attuali rischi geopolitici nel contesto di un nuovo sistema per il dialogo e la cooperazione in un mondo multipolare.
Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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