Il rischio più temuto dalle aziende italiane? Non il covid-19

Il rischio cyber, complice il maggior ricorso alle tecnologie, ottiene il primo posto della classifica globale e rientra nella top10 di ogni area geografica, settore e tipologia di intervistato
Moloney: “Storicamente, i risk manager e gli assicuratori hanno preso decisioni analizzando i dati dei danni nel momento in cui si sono verificati. Questo approccio deve evolvere per gestire in modo proattivo le esposizioni emergenti”
“Storicamente, i risk manager e gli assicuratori hanno imparato e preso decisioni analizzando i dati dei danni nel momento in cui si sono verificati. Questo approccio deve evolvere per gestire in modo proattivo le esposizioni emergenti, come le catene di approvvigionamento complesse. Non possiamo fare affidamento solo sul passato per informare i rischi futuri”, interviene Rory Moloney, chief operating officer for enterprise clients di Aon. “Mentre fronteggiamo eventi senza precedenti, la sfida sarà come sviluppare al meglio le soluzioni per prepararsi adeguatamente e gestirli”.
Tornando alla classifica, l'interruzione delle attività è stata collocata al primo posto anche in Europa e Asia Pacifico. l rischi di un incremento del prezzo delle materie prime e della scarsità dei materiali, invece, si posizionano rispettivamente al quinto e al quarto posto della classifica italiana e globale. Quattro rischi rientrano poi nella top10 di ogni area geografica analizzata: attacchi informatici/data breach, business interruption, crisi economica/lenta ripresa, e cambiamenti normativi e legislativi. L'analisi per settori, invece, vede l'interruzione delle attività al primo posto per energy, utilities e risorse naturali, hospitality, viaggi e intrattenimento, e farmaceutica e biomedica. L'incremento del prezzo delle materie prime e la scarsità di materiali sale in cima alle preoccupazioni del settore dell'agricoltura, del food & beverage, dell'industriale e del manifatturiero. Quanto al climate change (al 23° posto nel ranking globale e al 21° in Italia), secondo i ricercatori risulta “intrinsecamente legato” ad altri rischi dall'impatto immediato misurabile, come l'interruzione delle attività, la scarsità dei materiali, i danni alla reputazione, i cambiamenti normativi e i problemi nella catena di approvvigionamento. Il rischio esg, infine, ottiene il 31° posto a livello mondiale e il 41° in Italia. Ma, per gli esperti, farà capolino nella top15 nei prossimi tre anni.