Blockchain è davvero uno strumento per la democratizzazione dell’accesso alla gestione dei capitali? «La questione rimane aperta» ha osservato il professor Stefano Armando Ceci (Iulm e Futurew3b) durante la discussione milanese (presso Pwc) del research paper “Blockchain & new markets” avente ad oggetto la blockchain e le sue applicazioni per la creazione di mercati secondari. «Ad oggi, non possiamo dirci se le applicazioni risponderanno alle promesse in origine, quelle del white paper di Satoshi Nakamoto del 2008». Ciò che è emerso durante la conferenza è che oggi in Europa siamo nella condizione di poter diventare una delle aree più avanzate e attrattive per chi voglia abilitare nuove linee di business basate sulla tecnologia blockchain. E il digital finance package (la strategia finanziaria digitale Ue) sarà un fattore abilitante in tal senso.
Blockchain e mercati finanziari: questioni di diritto
«È opportuno che l’attività di regolamentazione si accompagni alla fase di sperimentazione e di dialogo tra i vari portatori di interesse. Un ruolo cruciale lo assume l’educazione finanziaria e quella tecnologica. Decreto fintech, ddl capitali, riforma dell’equity crowdfunding vanno nel senso di un aumento del ventaglio delle possibilità delle società di accedere al mercato dei capitali. La token economy potrebbe consentire, infatti, alle società di finanziarsi con una modalità alternativa anche senza quotarsi e ulteriore rispetto al ricorso al sistema bancario», ha commentato l’avv. Annapaola Negri-Clementi (studio legale Pavesio e Associati with Negri-Clementi). «La tecnologia a registro distribuito potrebbe apportare una maggior trasparenza sulle operazioni compiute nel rispetto di una sicurezza legata a soluzioni crittografiche. La certificazione nativa digitale delle transazioni e la non ripudiabilità delle informazioni registrate potrebbero essere un fattore di sviluppo di questi mercati potendo il partecipante “godere” della “fiducia” offerta dalle nuove tecnologie. Tuttavia, le nuove tecnologie potrebbero porre un problema di controllo e di governance sull’operatività, sul ruolo e responsabilità dei fornitori dell’applicazione o del servizio. Si porrebbe poi il tema se allocare un presidio a tutela del consumatore e dell’ecosistema digitale in capo agli attuali e tradizionali soggetti (Banche centrali, Autorità di vigilanza dei mercati), anche se gli attori potrebbero avere caratteristiche operative diverse da quelle tradizionali».
Mercati finanziari e tecnologia a registro diffuso, i principali rischi
È essenziale «valutare e affrontare i rischi associati in modo adeguato. Regolamentazione, sicurezza, scalabilità, privacy e gestione degli errori operativi sono tutti aspetti critici da considerare», è stata la considerazione del prof. Marco Giorgino (PoliMi). «Sebbene la blockchain abbia il potenziale per ridurre la necessità di intermediari, ci sono diverse funzioni essenziali che possono essere da loro assolte». Per esempio: fornitura liquidità, garanzia di conformità alla regolamentazione (know your customer e anti money laundering), custodia di asset digitali.
Uno dei temi da affrontare è la presenza in contemporanea di economie di scala dal lato della domanda e dell’offerta. Ciò innesca «dinamiche di concentrazione del mercato», come sottolinea il prof. Mario Agostino Maggioni (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano). Un errore infatti che è stato ripetuto molte volte nella storia della tecnologia è quello di «scambiare la condizione della fase iniziale del ciclo di vita di un prodotto/servizio (assenza di barriere all’entrata, presenza di molti soggetti, forte concorrenza) per una caratteristica propria di quella tecnologia» con le caratteristiche strutturali di quel mercato. In realtà, non si può prescindere dalla necessità di «tecnologie di supervisione (suptech) e di regolazione (regtech)», senza dimenticare l’urgenza dell’elaborazione di «una strategia di policy coordinata a livello internazionale per comprendere, accompagnare, sostenere e monitorare questi strumenti e le sottostanti tecnologie».
Chiosa Pietro Cipollone (Bankitalia): «In Europa si stanno creando le condizioni che permetteranno al mercato di sperimentare per dimostrare i benefici delle nuove soluzioni di trading basate su blockchain. La sperimentazione è oggi possibile grazie alla Pilot Regime che ne fornisce la base normativa mettendo tutti i paesi dell’unione europea sullo stesso piano. Fornita la base giuridica, resta ora il problema di come si possa eseguire il regolamento in moneta di una transazione di un asset scambiato sulla tecnologia a registro distribuito. In assenza di una soluzione agile per il regolamento di queste transazioni sarà difficile che il mercato si sviluppi. Dal punto di vista delle banche centrali è molto importante che questi scambi siano regolati in moneta di banca centrale. L’eurosistema sta lavorando proprio su questo punto da circa un anno». Alla presentazione del documento di studio è intervenuto anche l’amministratore delegato di Borsa Italiana, Fabrizio Testa, che ha dichiarato: «Il nostro obiettivo è capire come queste nuove tecnologie siano applicabili ai mercati essendo costantemente alla ricerca di soluzioni per aumentare liquidità e trasparenza, abbattere i tempi per processare le transazioni e offrire nuovi prodotti ai clienti».