Dopo l’inizio di 2023 scoppiettante, la spinta rialzista dei mercati ha perso vigore nel secondo mese dell’anno con tutti i principali indici di Wall Street che hanno segnato un saldo mensile negativo. L’S&P 500 ha chiuso il mese di febbraio con un saldo negativo del 2,61%, il Dow Jones del 4,19% e il Nasdaq dell’1,11%.
Il sentiment è stato condizionato da un’inflazione Usa più alta del previsto che ha innescato il timore che la Federal Reserve porti i tassi a un livello più alto del previsto e li mantenga a livelli elevati più a lungo. In che modo la Fed farà in modo che i prezzi smettano di salire? “La risposta potrebbe essere un aumento dei tassi più aggressivo e un percorso più stretto verso un atterraggio morbido. E se il 2022 ci ha insegnato qualcosa, è che non è un buon contesto per i mercati”, taglia corto Ben Bennett, Head of Investment Strategy and Research di Legal & General Investment Management (LGIM).
Curva invertita e yield da capogiro
La prospettiva di tassi di interesse più alti non ha mancato di impattare anche sull’obbligazionario. I rendimenti sono tornati a salire su tutto l’arco della curva con soprattutto quelli a breve che hanno toccato vette che non si vedevano dal 2007 (Treasury a 6 mesi rendono oltre il 5% e il biennale viaggia in area 4,8%).
A livello di performance il Vanguard Total Bond Market ETF (BND) ha perso il 2,7% il mese scorso su base total return, secondo i dati FactSet. Peggio ha fatto l’iShares 20+ Treasury Bond, sceso del 4,9% a febbraio; di contro le scadenze brevi hanno retto con l’ETF SPDR Bloomberg 1-3 Month T-Bill che vanta un saldo di +0,3% il mese scorso.
Rischio tassi spinge verso le scadenze molto brevi
Il ritorno dell’incertezza sul fronte tassi ha innegabilmente portato a una nuova fiammata di interesse verso strumenti d’investimento quali gli Etf obbligazionari a breve scadenza. Dai dati raccolti da Bloomberg, la scorsa settimana l’iShares Short Treasury Bond ha attirato afflussi record per 2,5 mld di euro. L’iShares Short Treasury Bond detiene obbligazioni con scadenza residua pari o inferiore a un anno o meno. Ad oggi questo Etf, che vanta masse in gestione per circa 23,7 mld di dollari, presenta un rendimento medio a scadenza del 4,66%.
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Tra i trend più forti che si sono visti anche a febbraio sul mercato degli Etf sono i flussi verso i cloni a gestione attiva, che si sono ritagliati una porzione significativa dei flussi dall’inizio dell’anno. A colossi quali iShares e Vanguard, si sono aggiunti nuovi player come Morgan Stanley e Capital Group che hanno contribuito ad ampliare l’offerta nell’arena degli Etf a reddito fisso con focus sulla gestione attiva.
Jerome Schneider, managing director di Pimco, ha affermato nelle scorse settimane che gli Etf fixed income stanno guadagnando popolarità perché offrono agli investitori rendimenti interessanti in un contesto economico incerto. “La componente di rendimento del reddito fisso in questo momento è qualcosa che non vedevamo da decenni”, ha aggiunto Schneider. Nello specifico gli Etf fixed income attivi “possono aiutare ad alleviare l’ansia non solo per ulteriori aumenti dei tassi, ma anche per gli utili societari e le condizioni di liquidità”.