Le diverse scelte che si possono fare hanno una grande rilevanza dal punto di vista fiscale, sia con riferimento alle imposte dovute a fronte del trasferimento del patrimonio e della sua eventuale futura restituzione al socio, sia con riferimento all’imposta sulle successioni che un giorno sarà dovuta in sede di passaggio generazionale.
Una prima scelta da fare, nel caso di apporto di denaro, è se effettuare l’apporto a titolo di capitale di rischio ovvero a titolo di mutuo.
Nell’ambito del capitale di rischio si può scegliere se effettuare l’apporto a titolo di incremento del capitale sociale ovvero, in tutto o in parte, quale patrimonio netto privo di tale qualificazione (versamento soci in conto capitale, sovrapprezzo emissione quote, ecc.). La seconda tipologia di apporto offre maggiore flessibilità nell’eventuale futura distribuzione e, in taluni casi, può essere utilizzata per porre in essere una liberalità indiretta a favore degli altri soci, che di norma sono familiari e futuri eredi.
Nel caso in cui oggetto di trasferimento alla società siano beni o diritti, ci si deve inoltre porre il problema di quale negozio utilizzare per realizzare il trasferimento. I beni possono essere venduti alla società, possono essere conferiti, sottoscrivendo un aumento di capitale sociale, ovvero possono essere apportati. Tali diversi negozi non sono tra loro neutrali dal punto di vista fiscale, per cui anche in questo caso si impone un’attenta valutazione.
Da ultimo, merita valutare l’ampiezza dei diritti oggetto di conferimento, ad esempio se trasferire la piena proprietà di un bene ovvero solo la nuda proprietà, e così via. Anche in questo caso le diverse scelte hanno conseguenze fiscali che possono essere favorevoli o negative anche a seconda dell’arco temporale (di breve, medio o lungo termine) che si considera nel valutare gli effetti delle stesse.
Passare dall’idea di costituire una società con funzioni di holding o di “cassaforte di famiglia” alla sua concreta esecuzione richiede quindi un’attenta analisi delle specifiche esigenze del cliente per ottimizzare le conseguenze fiscali e rendere la struttura creata massimamente efficiente e flessibile anche nel medio/lungo termine.
Articolo scritto con Brigitta Valas, associate di Vasapolli & Associati