Ogni società quotata in borsa, quando ottiene degli utili, si trova di fronte a una scelta importante. Da un lato può decidere di reinvestirli nell’azienda, per finanziare la crescita e i piani futuri. Oppure, come seconda opzione, può scegliere di distribuire tutti gli utili, o una parte di essi, agli azionisti, come compensazione per il rischio che hanno corso detenendo le azioni. Di solito, la situazione più frequente vede una parte degli utili reinvestita internamente e un’altra distribuita. L’esatta suddivisione dipende da diversi fattori e non c’è una scelta giusta o sbagliata su come procedere in questo caso: dipende davvero da molte variabili, non solo a livello aziendale ma anche sul piano macroeconomico.
Il ritorno ai dividendi dopo un anno difficile
Le distribuzioni di dividendi appaiono come uno strumento importante per gli investitori per assicurarsi un reddito costante e stabile. Il loro ruolo e la loro rilevanza nei mercati finanziari tendono ad accentuarsi in periodi di incertezza e rischio diffuso, come quello che stiamo vivendo. Infatti, a causa di un mix di fattori, come il recente conflitto tra Russia e Ucraina, una spirale inflazionistica sempre più fuori controllo e una serie di rialzi dei tassi di interesse in corso da parte delle principali banche centrali del mondo, molti investitori hanno rivolto l’attenzione a strumenti finanziari con rendimenti da dividendi storicamente elevati. Dopo un periodo relativamente lungo caratterizzato da una più generale propensione verso i titoli growth e gli strumenti a maggiore volatilità, le preferenze degli investitori si sono nuovamente spostate verso ciò che il mercato può attualmente offrire in termini di sicurezza e stabilità; in questa categoria rientrano appunto le società che pagano dividendi stabili e costanti.
Rendimento da dividendi, come funziona?
È importante sottolineare quanto i dividendi possano essere significativi per un investitore e quanto possano contribuire al rendimento totale di un investimento. Il rendimento da dividendi, quando presente, accompagna infatti il ritorno di prezzo: la loro somma produce quello che viene comunemente definito rendimento totale. L’entità del rendimento da dividendi è variabile e, a seconda dei casi, può anche aumentare notevolmente il rendimento totale, soprattutto quando l’andamento del titolo non è brillante. Inoltre, un grande vantaggio dei dividendi è rappresentato dal loro reinvestimento attivo. In questo modo, con il tempo l’investitore sarà in grado di ottenere un maggior numero di azioni senza nuovi esborsi di capitale. I dividendi reinvestiti saranno infatti in grado di acquistare nuove azioni. Si tratta del cosiddetto effetto del compounding interest.
Reddito regolare da dividendi, come fare?
Come possono gli investitori ottenere un reddito regolare e costante attraverso i dividendi? Esistono diverse possibilità. La prima consiste nell’investire in azioni che pagano dividendi. Si tratta di società con una comprovata esperienza nel pagamento dei dividendi. Esempi di settori tradizionalmente caratterizzati da distribuzioni costanti agli azionisti sono, ad esempio, quello sanitario, l’energia, l’ambito finanziario e quello dei beni di prima necessità. Di solito sono le società con attività consolidate e solide, che realizzano utili regolari, a distribuire dividendi. Una giovane società in rapida crescita e che non registra ancora utili positivi non sarà infatti in grado di garantire un reddito regolare agli azionisti. Pertanto, nella scelta dei titoli da dividendo, è importante considerare la qualità e la solidità dell’azienda. Tuttavia, è importante sottolineare che anche se una società ha pagato dividendi in passato, non c’è garanzia che continuerà a pagarli anche in futuro. Gli investitori devono fare attenzione.
Dividendi, oltre la selezione dei titoli: investire in ETF
E se gli investitori non volessero scegliere manualmente singoli titoli? In questo caso un ETF focalizzato sui dividendi potrebbe essere la soluzione giusta. Un ETF è un fondo negoziato regolarmente in borsa, proprio come una normale azione, che investe in un paniere di società. Di conseguenza, si basano sul principio della diversificazione e presentano altre caratteristiche interessanti come costi relativamente bassi, trasparenza e liquidità. Come tutti i prodotti finanziari, anche gli ETF presentano dei rischi. Dal rischio di mercato in senso ampio ad altri legati alle specifiche strategie di investimento, sono molti quelli che gli investitori devono tenere sotto controllo. Un ETF che basa le sue strategie di investimento sui dividendi può essere una buona soluzione per coloro che mirano a ottenere un reddito regolare. Essendo molto diversificato, consente di investire in società di diversi settori e di diverse aree geografiche, caratterizzate da un track record di dividendi comprovato e sostenibile. L’ETF sceglie infatti di non investire in quelle società che distribuiscono tutti, o quasi tutti, i loro utili: il motivo è che, per essere sostenibili nel lungo periodo, i dividendi non devono rappresentare la totalità degli utili che una società ha ottenuto. È importante reinvestire una parte degli utili per sostenere la crescita e l’espansione a lungo termine. Inoltre, c’è una caratteristica interessante che un ETF sui dividendi può adottare per non cadere nelle cosiddette “trappole da dividendi“. Una trappola da dividendi si verifica quando il rendimento da dividendo (dividendo/prezzo) di una società appare particolarmente elevato; tuttavia, non a causa del dividendo stesso, ma piuttosto perché il prezzo è fortemente diminuito e quindi il rapporto diventa artificialmente più alto. È dunque importante esaminare i rendimenti da dividendo per evitare queste situazioni. Un modo per evitare le trappole da dividendi è, ad esempio, quello di considerare i dividendi in termini monetari, senza prestare troppa attenzione al rapporto dividendi su prezzo. Un ETF sui dividendi può fare tutto questo, senza che gli investitori debbano impegnarsi attivamente e dedicare tempo a queste considerazioni.
In conclusione
In sintesi, i dividendi possono essere uno strumento molto potente, soprattutto per gli investitori che desiderano generare un reddito passivo costante. Esistono molti modi per ottenere distribuzioni regolari. Due esempi che abbiamo visto consistono nell’investire in azioni che pagano dividendi o in un ETF di questo tipo. In particolare la seconda soluzione può essere adatta per quegli investitori che non vogliono dedicare troppo tempo e impegnarsi attivamente nello scegliere singoli titoli.
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