Il decreto ristori prevede indennizzi a fondo perduto con bonifici diretti sul conto corrente dal 100% al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il decreto rilancio, fino al 400% per alcuni settori specifici come le discoteche e le sale da ballo
Con il decreto ristori ter si parla di un incremento di 1,45 miliardi della dotazione del fondo previsto dal decreto ristori bis per sostenere le attività economiche colpite dalla geografia delle restrizioni
Lo stop alle tasse atteso nel decreto ristori “quater” dovrebbe riguardare le imprese con un fatturato inferiore ai 50 milioni che hanno registrato perdite di almeno il 33%
Decreto ristori e decreto ristori bis
Come rivela un’analisi dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, le misure espansive del primo decreto ristori hanno già sfiorato i 5,3 miliardi, accompagnati da ulteriori 2,6 miliardi del decreto ristori bis, per un impatto sull’indebitamento netto della pubblica amministrazione di 3,3 miliardi nel primo caso e di 1,6 miliardi nel secondo. Si parla dunque di un totale di 4,9 miliardi, pari allo 0,3% del prodotto interno lordo nazionale. Nello specifico, il decreto ristori prevede indennizzi a fondo perduto con bonifici diretti sul conto corrente dal 100% al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il decreto rilancio, fino al 400% per alcuni settori specifici come le discoteche e le sale da ballo. Inoltre, è previsto il credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali di ottobre, novembre e dicembre, oltre alla cancellazione della rata Imu di dicembre per i proprietari e i gestori e la sospensione del versamento dei contributi previdenziali. Estesa di sei settimane la Cassa integrazione, da usufruire tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021 per 1,6 miliardi complessivi. Previsti sostegni specifici per i lavoratori stagionali e i settori del turismo, dell’agricoltura e dello sport, ma anche 400 milioni di euro per l’export e le fiere internazionali.
Decreto ristori ter: stanziati 1,95 miliardi
Intanto, il Consiglio dei ministri ha approvato anche il decreto ristori “ter”, intervenendo con un ulteriore stanziamento da 1,95 miliardi di euro “destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso”, spiega Palazzo Chigi. In particolare si parla di un incremento di 1,45 miliardi della dotazione del fondo previsto dal decreto ristori bis per sostenere le attività economiche operanti nelle regioni colpite dalla geografia delle restrizioni, ma anche dell’istituzione di un fondo da 400 milioni da erogare ai comuni per l’adozione di misure di solidarietà alimentare. Inoltre, le attività di commercio al dettaglio di calzature sono state incluse tra le destinatarie dei contributi a fondo perduto ed è stato incrementato di 100 milioni il fondo per le emergenze nazionali, “allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da covid-19”, spiega una nota ufficiale.
Decreto ristori “quater”: stop alle tasse
La mappa dei ristori potrebbe completarsi entro la fine della settimana con il decreto ristori “quater”, che dovrebbe giungere sul tavolo del Consiglio dei ministri dopo la votazione dello scostamento di bilancio del 26 novembre. Stando ad alcune indiscrezioni, il provvedimento potrebbe contenere il rinvio delle nuove scadenze fiscali per le attività economiche più colpite dalla crisi per un totale compreso tra i quattro e i cinque miliardi. Secondo Sky Tg24, lo stop dovrebbe riguardare le imprese con un fatturato inferiore ai 50 milioni e che hanno registrato perdite di almeno il 33%. Si parla nello specifico del rinvio degli acconti Irpef, Irap e Ires di fine novembre, ma potrebbe arrivare anche un blocco dei contributi previdenziali e delle ritenute fiscali dei dipendenti di metà dicembre, oltre all’acconto Iva del 27 dello stesso mese.