L’impennata dei tassi sta indirizzando non poco le scelte degli investitori. Inevitabilmente la presenza di rendimenti nell’ordine del 5% negli Usa per i fondi monetari, livello più alto degli ultimi tre lustri, ha calamitato l’interesse a discapito di azioni e bond a lunga scadenza. Così oltreoceano sono emersi insoliti deflussi dagli Etf azionari statunitensi per 2,9 mld di dollari nei primi tre mesi dell’anno rispetto a una media di 236 mld di afflussi negli ultimi 5 anni. Il tutto mentre l’S&P 500 è balzato del 7,5% nel trimestre e il Nasdaq addirittura di oltre il 20%. “Molti fondi del mercato monetario sono aumentati a dismisura in termini di asset – rimarca Matthew Bartolini, head of SPDR Americas Research di State Street Global Advisors – e questo sottrae denaro ai risk asset. Un trend che probabilmente continuerà poiché i tassi di interesse rimangono alti”.
Poco rischio, alti rendimenti
L’appeal degli alti rendimenti, abbinato a un orientamento difensivo degli investitori intimoriti dai rischi recessivi, spinge verso un chiaro sovrappeso verso le obbligazioni più a basso rischio, ossia la parte corta della curva che permette di neutralizzare il rischio tassi. “Gli investitori continuano a mantenere un atteggiamento difensivo nelle loro allocazioni e sembrano posizionarsi in vista di una potenziale recessione negli Stati Uniti, sia in ambito azionario che fixed income”, spiega Karim Chedid, EMEA Head of iShares Investment Strategy di BlackRock.
I numeri evidenziano proprio tale orientamento. Gli Etf sui bond governativi hanno registrato afflussi record di 34,9 miliardi di dollari a marzo, con allocazioni che rappresentano il 60% di tutti i flussi di Etf fixed income nel 2023. “Quest’anno abbiamo visto che gli investitori posizionati sul credito continuano a mostrare una preferenza per approcci di alta qualità, con 16 miliardi di dollari di flussi registrati per l’investment grade globale e -0,1 miliardi di dollari per l’high yield”, aggiunge Chedid.
Diversificazione su più fronti
In scenari caratterizzati da incertezza e rapidi cambiamenti, l’utilizzo degli Etf permette di implementare un’esposizione mirata a un determinato segmento del reddito fisso. In questo modo i cloni permettono la ricerca di rendimenti attivi con investitori istituzionali quali fondi pensione e gestori attivi che li utilizzano per adattare i portafogli alle mutevoli condizioni di mercato, gestire la liquidità e ridurre i costi di transazione.
Non va dimenticato che con gli Etf, a differenza dell’investimento diretto in singoli bond, in una singola operazione si ottiene una diversificazione immediata sui molteplici titoli che vanno a comporre l’indice sottostante. Inoltre, i titoli del paniere sottostante vengono periodicamente aggiornati, mantenendo la duration del fondo all’interno di un range predefinito. Con gli Etf obbligazionari la diversificazione può essere anche a livello geografico e tra diversi emittenti: si passa quindi dal monitoraggio di ampi segmenti di mercato a esposizioni più mirate per regione, rischio di credito o scadenza, fino all’offerta di strategie avanzate che incorporano una gestione attiva. “Gli Etf attivi, e in particolare quelli obbligazionari, rappresentano un’area in crescita costante per il mercato europeo degli Etf – asserisce Jason Xavier, head of Emea Etf Capital Markets di Franklin Templeton – . Ciò apre la strada a nuove opportunità, per questo ci aspettiamo nuovi prodotti e asset sul mercato in futuro”.
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