Accettare i pagamenti in Bitcoin? Ecco le soluzioni per le imprese

Rita Annunziata
20.12.2022
Tempo di lettura: 3'
Lorenzo Giustozzi racconta il caso-Chainside, che punta a semplificare l’adozione dei Bitcoin da parte dei commercianti. Analizzando rischi e opportunità del mondo cripto

Chainside, Giustozzi: “Le aziende che decidono di accettare pagamenti in Bitcoin possono posizionarsi a livello di brand awareness come innovative e ottenere un ritorno di marketing (a basso investimento)”

Il modello di business di Chainside prevede l’1,5% di costo commissionale a transazione, una percentuale in linea con il mercato. Chi accetta pagamenti con Pos sconta fino al 3-4% sulle transazioni internazionali con carta di credito

Sono trascorse circa quattro settimane da quando Mondo Convenienza ha introdotto i pagamenti in criptovalute per gli acquisti online e presso i propri punti vendita in Italia. Un progetto realizzato in collaborazione con Chainside, che dal 2017 traghetta le piccole e medie imprese italiane verso l’universo blockchain. Come? Ne abbiamo parlando con Lorenzo Giustozzi, ceo e co-founder della startup romana che punta a semplificare l’adozione e l’utilizzo dei Bitcoin (e presto anche delle stablecoin) per i commercianti. Analizzandone rischi e opportunità.


“Siamo partiti con quest’idea imprenditoriale nel 2017. Abbiamo trovato un fondo d’investimento che ha creduto fin da subito nel nostro progetto (Club Italia Investimenti 2) e nel 2019 abbiamo lanciato il primo test con un’utenza su invito, ma siamo stati un pochino rallentati dalle incertezze regolamentari”, ricorda Giustozzi. “Questo perché fino al 2019 le criptovalute non esistevano in normativa. Solo quest’anno è stato creato un registro dei prestatori di servizio di valute virtuali. E finalmente c’è un framework normativo che ci aiuta a proporci verso l’esterno in maniera un po’ più solida”.


“Quando nel 2019 parlavamo con le aziende di criptovalute, erano spaventate. Oggi per fortuna questa percezione è cambiata, perché si iniziano a intravedere delle opportunità piuttosto che dei rischi. E lo dimostra l’ultima integrazione che abbiamo finalizzato”. Come anticipato in apertura, Mondo Convenienza - con Chainside - ha iniziato infatti recentemente ad accettare i pagamenti in criptovalute sia su e-commerce che nei negozi fisici in tutta Italia. “Un’operazione che ha spinto sia merchant più piccoli che più grandi a vedere questo strumento non come un’innovazione del futuro ma come un’innovazione dell’oggi”, osserva Giustozzi.


Accettare i cripto-pagamenti: come funziona

Le aziende che intendono aggredire un segmento di clientela che finora non sono riuscite a raggiungere, posizionarsi a livello di brand awareness come innovative e ottenere un ritorno di marketing, continua Giustozzi, possono accedere a due strumenti differenti. “Sull’e-commerce possono effettuare un’integrazione tramite Api (Application programming interface, ndr) o tramite plugin”, spiega il ceo. A quel punto, l’utente accederà all’e-commerce, sceglierà cosa acquistare, arriverà alla pagina di pagamento e selezionerà il mezzo di pagamento preferito. Alla stregua di PayPal, cliccando sull’opzione del pagamento in criptovalute, sarà reindirizzato a una pagina di atterraggio in cui visionerà un QR Code che potrà puntare con il proprio wallet per finalizzare il pagamento e tornare sulla pagina di atterraggio del merchant.


“Quanto invece ai pagamenti nei punti di vendita fisici, abbiamo permesso ai merchant nella propria dashboard di creare dei Pos fisici che rappresentano dei punti di rendicontazione separati per ogni punto di vendita fisico. La creazione di questi Pos, li abiliterà tramite un’applicazione via Android (ma presto anche via IoS)”, dichiara Giustozzi. Aprendo l’applicazione, accederanno a un tastierino numerico sul quale digitare il prezzo del bene o servizio offerto e, una volta confermato, riceveranno un QR Code da mostrare al cliente per finalizzare il pagamento. Lato cliente, invece, sarà sufficiente disporre di un qualsiasi wallet compatibile con Bitcoin.


“Ai commercianti diamo poi due strade. Quella principale, preferita nel 99% dei casi, è accettare criptovalute ma ricevere euro. Effettuiamo un cambio istantaneo, insomma. Questo comporta che non dovranno interessarsi di quanto vale il Bitcoin in quel momento o della sua volatilità; non devono preoccuparsi né in termini di speculazione prudenziale né soprattutto in termini di beghe burocratiche (basti pensare alle scritture contabili)”, interviene Giustozzi. “Dall’altro lato c’è anche un 1% che decide di tenersi i Bitcoin e assumersi rischio. È vero che siamo in un momento in cui il Bitcoin è basso rispetto al picco precedente dello scorso anno, ma guardando ai grafici, osserviamo comunque una crescita costante. È una fase di contrazione, ma una contrazione fisiologica dal punto di vista dello storico dell’andamento”.


Pagamenti in Bitcoin: i costi per le pmi

Sappiamo tuttavia che resta ancora una certa reticenza, lato commercianti, nei confronti dei pagamenti digitali. Legata in gran parte a un presunto, secondo gli esperti del settore, problema di costi. E quando si parla di criptovalute in particolare? “Difficilmente ci siamo trovati a parlare con merchant che hanno questo tipo di visione sui pagamenti digitali, perché il nostro target è abbastanza evoluto e intravede un’opportunità piuttosto che un rischio”, commenta Giustozzi. “Il nostro modello di business prevede l’1,5% di costo commissionale a transazione, una percentuale in linea con il mercato”. Stando ai dati raccolti dal ceo, infatti, chi accetta pagamenti con Pos sconta uno 0,8% sui pagamenti locali e fino al 3-4% sui pagamenti internazionali con carta di credito. “Ci rivolgiamo a chiunque voglia accettare i pagamenti digitali, da Mondo Convenienza a Sorgenia ma anche ai bar. È un servizio molto democratico, aperto a tutti”.


Nel primo semestre del prossimo anno, conclude Giustozzi, Chainside integrerà anche altre criptovalute in funzione della richiesta del mercato. “A partire dal mondo delle stablecoin, un target interessante sia per il mondo dei pagamenti attuale sia un punto di connessione con quella che sarà un’evoluzione del nostro settore, quello delle central banks digital currency”. Ricordiamo che in Italia ci sono anche altre due aziende che abilitano i pagamenti via cripto: Tinkl.it (fondata e sviluppata dal team di The Rock Trading nel 2015) e Coinbar Pay (fondata a Roma nel 2019); a livello globale un altro esempio è quello di Coinbase, società di scambio di beni digitali con sede a San Francisco.

Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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