Le previsioni per la transizione energetica
Il pacchetto “Fit for 55” prevede, tra l’altro un incremento della quota delle energie rinnovabili sui consumi totali dal 32 al 40% entro il 2030, che richiederà un aumento significativo della produzione. “In base alle nostre stime sulle politiche energetiche nazionali, prevediamo che l’energia generata dalle fonti pulite crescerà del 76% nel decennio – ha detto Tancrede Fulop, senior equity analyst di Morningstar durante la Investment conference italiana dello scorso 9 novembre – Le nostre ipotesi su eolico e solare ci inducono a pensare che serviranno investimenti per più di 400 miliardi di euro. Tutte le altre fonti subiranno un declino con il carbone che sarà il più penalizzato, perché la maggior parte dei paesi lo metterà al bando”.
Come cambierà il mix energetico in Europa nei prossimi anni
L’impegno dell’industria finanziaria
Accanto ai piani governativi, ci sono quelli dell’industria finanziaria. Sempre durante Cop26, le grandi banche, gli investitori istituzionali, le compagnie di assicurazione e le autorità regolamentari hanno annunciato che il capitale controllato da istituzioni impegnate in iniziative net zero ha raggiunto i 130 mila miliardi di dollari, dai 5 mila miliardi del 2020 (dati della Glasgow financial alliance for net zero). Il mondo della finanza si è impegnato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e a comunicare i progressi ogni anno.
Cosa significa questo scenario per gli investitori in fondi? Le iniziative per la transizione verso un’economia low carbon si rifletteranno nei prodotti e servizi finanziari, inclusi quelli del risparmio gestito. Secondo Michael Jantzi, fondatore di Sustainalytics, i capitali raccolti saranno utilizzati in modo sempre più preponderante per finanziare il cambiamento.
Lo sviluppo dei fondi azionari sulle rinnovabili
In questi anni abbiamo assistito a una crescita del patrimonio dei fondi azionari specializzati sulle energie alternative. A livello globale, il tema della transizione energetica è quello con maggiori masse (74 miliardi di dollari a fine 2020) e l’Europa è uno dei continenti dove è più popolare. Nel Vecchio continente ci sono 46 strategie attive e passive di questo tipo con circa 42,4 miliardi di euro di asset (dati al 30 settembre 2021).
Un aspetto che gli investitori devono tenere in considerazione è l’esposizione ad aziende di medio-piccola dimensione. Con la crescita degli asset, alcune strategie hanno assunto posizioni ampie in small cap, che potrebbero presentare problemi di liquidabilità in caso di cospicui e improvvisi deflussi. “Con un’ingente somma di denaro affluita in portafogli che hanno una forte componente di small e mid cap, l’indice S&P Global Clean energy è stato necessariamente ampliato – spiega Kenneth Lamont, senior analyst di Morningstar – Gli eventuali costi di negoziazione addizionali generati da questo cambiamento sono andati a carico degli investitori”.