L’apertura del testamento di Berlusconi sta suscitando notevole interesse, non solo per la sua celebrità e l’importanza del suo patrimonio, ma anche per le implicazioni pratiche e legali che ne derivano.
La vicenda
È sin da subito importante notare che Berlusconi non ha redatto un solo testamento, ma due testamenti olografi contenuti in documenti separati.
Il primo testamento, datato 2006, era custodito dal notaio A. Roveda, ed era composto da due fogli di un blocco note.
In questo documento, tra le altre disposizioni, Berlusconi per la quota di legittima lascia “tutto il resto in parti uguali ai miei cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi”.
Successivamente, il 5 ottobre 2020, Berlusconi redige un secondo documento che rappresenta una scheda testamentaria aggiuntiva conservata dallo stesso notaio Roveda.
In questo secondo documento, oltre alle disposizioni precedenti, Berlusconi esprime il desiderio di destinare la somma di 100 milioni di euro al fratello Paolo.
Ma non è tutto. A questi documenti si aggiunge un altro atto olografo, datato 19 gennaio 2022, consegnato dalla compagna del Cavaliere sempre al notaio Roveda. Quest’ulteriore, terzo, documento prevede altri legati: tra cui 100 milioni di euro al fratello Paolo, 100 milioni alla trentatreenne Fascina e 30 milioni a Marcello Dell’Utri.
Dubbi e complessità
L’appena descritta situazione solleva alcune perplessità riguardo all’importo del legato al fratello Paolo (sono 100 milioni o due volte 100 milioni?), inoltre non è chiaro perché nel documento del 2020 non sia menzionato il figlio Luigi (che quindi sembrerebbe non essere coinvolto nella quota di legato destinata allo zio Paolo).
Sorge quindi il dubbio sulla validità del legato del 2020, considerando che la condizione in esso previsto (del non ritorno dal ricovero all’ospedale San Raffaele) non si è verificata. Infine, si fa strada la domanda sul motivo per cui siano stati formati documenti diversi nel corso di diciassette anni.
I prossimi passi
Sarà ora necessario procedere con cura alla redazione di un inventario di tutti i beni inclusi nella successione.
Questo inventario avrà un ruolo fondamentale nel calcolo della quota di legittima spettante ai figli.
Sarà importante valutare se i discendenti raggiungeranno un accordo sul valore dei beni inventariati, inclusi le quote di Fininvest, e sarà necessario verificare le donazioni e le liberalità fatte da Berlusconi ai suoi figli durante la sua vita.
Questo processo richiederà tempo e attenzione, compresa la dichiarazione di successione e una futura divisione ereditaria; passaggi, questi, il cui esito dipenderà anche dalla cooperazione e dall’allineamento dei figli di Berlusconi nel voler rispettare le volontà paterne e nell’arrivare a un accordo sul valore dei beni e sulle modalità di divisione.
L’obiettivo del testamento
È evidente che il testamento di Berlusconi mira a proteggere il controllo di Fininvest e delle tre principali società quotate (MFE, Mediolanum, Mondadori). Da ora in avanti, almeno per il momento, sembrerebbe che Pier Silvio e Marina avranno la maggioranza assoluta in Fininvest.
Alcune riflessioni
È legittimo chiedersi perché Berlusconi, dimostrando già nel 2006 di avere in mente il “dopo di me”, abbia voluto affidarsi a documenti formati in momenti diversi e svelati solo dopo la sua morte per chiarire le sue volontà, anziché adottare un approccio diverso per pianificare questa transizione.
Perché scegliamo di vivere in silenzio le nostre decisioni, affidando a un blocco note il destino di quote importanti del patrimonio, invece di sederci a tavola e parlare con tutti gli interessati per spiegare, chiarire e nel caso comprendere la necessità di fare scelte diverse con una comunicazione più diretta e aperta?
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