Btp, come investire sulle nuove emissioni in arrivo

Alberto Battaglia
11.1.2023
Tempo di lettura: 5'
Le date sul calendario: 12 e 31 gennaio. Sono appuntamenti sempre più seguiti dai risparmiatori, mai così attivi a cercare informazioni sui Btp online

Il prossimo 12 gennaio proseguono le emissioni di nuovi Btp, a 3 e a 7 anni. Le cedole che il Tesoro offrirà agli investitori saranno rispettivamente del 3,5 e del 3,85%, con un importo minimo dell'emissione pari a 3 miliardi per entrambi i titoli. Il prossimo appuntamento con le scadenze di lungo termine sarà il 31 gennaio.




Si tratterebbe di una notizia di ordinaria amministrazione per il Tesoro, se non fosse che in questa particolare fase di mercato gli occhi dei risparmiatori sono sempre più interessati ai Btp, complici rendimenti molto più generosi rispetto a quelli del recente passato (perlomeno, se non si considera l'effetto dell'inflazione).


Il 10 gennaio è stato collocato con successo un nuovo Btp con scadenza ventennale e tasso annuo del 4,45%, con rendimento lordo al 4,529%: la raccolta è stata pari a 7 miliardi di euro.


Un termometro, più generale dell'interesse degli investitori al dettaglio sul caro vecchio Btp, da sempre protagonista nei portafogli degli italiani, arriva dalle ricerche rilevate da Google. Dal 2004 a oggi il termine “Btp” non era mai stato tanto cercato sul web come nel novembre 2022, tanto in Italia quanto a livello globale, con un livello che si mantiene, a gennaio 2023, storicamente vicino ai massimi.




Una parte di questo straordinario interesse deriva dalla ripresa dei rendimenti, dopo anni di Quantitative easing e compressione 'pilotata' nella remunerazione degli investitori. Nel momento della pubblicazione, il rendimento del Btp decennale viaggia sul 4,1%: livelli paragonabili a quelli del 2013 e superati in epoca recente solo nell'acuta fase di crisi del 2011-12, quando si temeva una rottura traumatica dell'area euro. Rispetto ad allora, però, i rischi sulla sostenibilità del debito sembrano meno gravi anche perché il confronto fra rendimento offerto e inflazione è decisamente meno generoso nei confronti degli investitori (nel 2011 l'inflazione era al 2,8%, mentre l'incremento dei prezzi al consumo medio, nel 2022, è stato dell'8,1%).


Le aspettative di chi, oggi, acquista Btp a lunga scadenza è che l'inflazione andrà a ridursi rispetto agli elevati livelli attuali e che, grazie allo scudo anti-spread della Bce e a una gestione prudente della spesa pubblica italiana, i rendimenti offerti dalle future emissioni non saliranno ulteriormente rispetto ai livelli attuali. Questo permetterebbe ai sottoscrittori di oggi di beneficiare di migliori rendimenti reali (ossia depurati dall'inflazione) e di veder aumentare il valore dei propri titoli – con la possibilità di liquidarli con profitto prima della loro naturale scadenza. Questo effetto diventa tanto più forte quanto è più lunga la scadenza del titolo: se si realizza una riduzione dei rendimenti nei prossimi mesi o anni, la variazione positiva nel prezzo del titolo sarà tanto più grande al crescere della sua scadenza.


Comprare all'emissione o sul mercato secondario

Acquistare un Btp nella fase di emissione, per un piccolo risparmiatore, è possibile solo attraverso gli intermediari autorizzati – di solito, la propria banca. In questo caso, è possibile prenotarsi contattando il proprio consulente presso l'istituto. Le richieste devono essere presentate con un certo anticipo e, nel caso dell'imminente emissione del 12 gennaio, la scadenza per le prenotazioni è fissata per oggi, 11 gennaio.


Una volta emessi, come qualsiasi altro titolo di Stato, i Btp possono essere acquistati o venduti sul mercato secondario, dove vengono scambiati fra gli investitori, sempre avvalendosi di un intermediario. Nello specifico, il mercato dedicato a questi titoli è il Mot di Borsa Italiana (Mercato telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato).


Cosa cambia fra l'acquisto in sede di emissione e quello sul mercato secondario? Quest'ultima soluzione è più flessibile: si può acquistare senza dover segnare date particolari sul calendario e a prezzi di mercato. Se si individua un buon punto di ingresso, magari perché il prezzo del titolo di Stato è sceso e si ritiene possa recuperare in seguito, si può acquistare sul mercato secondario.


Talvolta, lo Stato italiano, però, offre agli investitori che partecipano alle emissioni primarie incentivi particolari per mantenere il titolo fino alla sua naturale scadenza. E' il caso del cosiddetto “premio di fedeltà”, che può essere particolarmente gradito agli investitori che operano poco sui mercati e si limitano ad incassare le cedole. I termini del premio di fedeltà possono variare e, ultimamente, si aggirava attorno a un 1% aggiuntivo rispetto al capitale investito inizialmente. A prevedere il premio è, ad esempio, il Btp Italia, indicizzato all'inflazione italiana.


Per quanto riguarda i costi di transazione l'acquisto all'emissione è un po' più conveniente perché ai clienti le banche non possono chiedere commissioni (lo Stato prevede un compenso contenuto per gli intermediari nell'ordine dello 0,1%). Le commissioni per la vendita anticipata o l’acquisto successivamente all’emissione, invece, sono quelle concordate con la propria banca.


Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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