Tetto Usa in bilico colpisce Treasury a breve: conviene investire?

La segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha ribadito ancora una volta che "il presidente Biden dovrà affrontare scelte molto difficili se il Congresso non agirà per aumentare il tetto del debito e se arriveremo alla cosiddetta data X senza che ciò sia avvenuto"; in tal caso "ci saranno alcuni obblighi che non saremo in grado di pagare"
Come si confrontano i titoli a breve italiani e Usa? “E' ovvio che a parità dei tassi di cambio vi è una convenienza monetaria nell’investire nel titolo statunitense, tuttavia si deve scontare l’incertezza derivante dall’evoluzione del cambio”, ha dichiarato a We Wealth l'analista di Consultique Scf, Rocco Probo
La “data X” del 1° giugno, oltrepassata la quale potrebbe verificarsi un inedito default parziale sul debito degli Stati Uniti si avvicina: gli investitori hanno continuato ad aggiungere pressione su quei Treasury la cui scadenza dista pochi giorni con il virtuale superamento del tetto sul debito. Nella giornata di mercoledì 24 maggio, ha riportato Bloomberg, il rendimento dei Buoni del Tesoro Usa in scadenza a inizio giugno (fra il 1° e il 6) è arrivato al 7%.
Nel corso del 25 giugno il rendimento del titolo a scadenza il 20 giugno si trova, invece, al 5,59% - secondo i dati compilati da Marketwatch. Lo stallo politico che finora ha impedito l'accordo bipartisan necessario per l'innalzamento del tetto sul debito Usa ha comportato un avviso di possibile downgrade da parte dell'agenzia di rating Fitch, che non considera più in cassaforte la tripla A statunitense. Del resto, mercoledì la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha ribadito ancora una volta che "il presidente Biden dovrà affrontare scelte molto difficili se il Congresso non agirà per aumentare il tetto del debito e se arriveremo alla cosiddetta data X senza che ciò sia avvenuto"; in tal caso "ci saranno alcuni obblighi che non saremo in grado di pagare".
Quell'opportunismo di Bill Gross
L'innalzamento del tetto sul debito è avvenuto 78 volte dal 1960 a oggi, e un accordo politico è stato sempre trovato prima che le conseguenze peggiori potessero realmente verificarsi. L'ex re dei bond, Bill Gross, per lungo tempo a capo di Pimco, aveva affermato lo scorso 8 maggio che, non ritenendo questa situazione diversa da quelle del passato stava scommettendo sui titoli del Tesoro a breve termine, i cui rendimenti si stavano già facendo interessanti. “Penso sia ridicolo, si è sempre risolto [il tetto sul debito], non che ci sia una probabilità al 100% ma penso si risolverà”, aveva detto a Bloomberg Tv.
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Preferire un Treasury a breve al Bot?
E' davvero un'opportunità quella sui Treasury Usa a brevissima scadenza, anche per gli investitori al di qua dell'Atlantico? Lo abbiamo chiesto all'analista di Consultique Scf, Rocco Probo, considerando un confronto con il rendimento del titolo italiano a un mese, che attualmente rende il 2,93%.
“Innanzitutto il titolo Usa con scadenza 30 giugno rende in ask il 4,8% circa, peraltro del tutto coerente con il livello attuale dei tassi guida della Federal Reserve più elevati rispetto a quelli della Banca centrale europea”, ha dichiarato Probo, sottolineando come l'acquisto del Treasury dall'Italia comporti il rischio aggiuntivo del cambio, poiché sono titoli denominati in dollari. “E' ovvio che a parità dei tassi di cambio vi è una convenienza monetaria nell’investire nel titolo statunitense, tuttavia si deve scontare l’incertezza derivante dall’evoluzione del cambio”, ha aggiunto l'analista, “la decisione finale dipende non tanto dalle dinamiche obbligazionarie, quanto dall’apertura della posizione sul cambio”.
Ne consegue che, “in questo momento di forte incertezza, soprattutto su una materia particolarmente volatile come i tassi di cambio, con dati macro contrastanti, preferire strumenti obbligazionari a breve termine in euro”, come i Bot o altre opzioni disponibili nell'Eurozona, “rappresenta comunque una scelta più conservativa, in linea con la gestione della liquidità”. Infatti, l'acquisto di titoli obbligazionari a breve scadenza viene considerato più un parcheggio per la liquidità in eccesso che non una strategia di crescita del capitale: evitare la variabile imprevedibile del cambio permette di farlo in modo più sicuro.