Flat tax incrementale e Superbonus: il punto sulle novità

Nicola Dimitri
10.11.2022
Tempo di lettura: 3'
Per la Legge di bilancio 2023 è allo studio la possibilità di prevedere una misura agevolativa (flat tax incrementale) destinata ai contribuenti che non applicano il regime forfettario nonché la riforma del Superbonus

Si parla di riformare il meccanismo del Superbonus, razionalizzandolo e rendendolo “selettivo”

Il Superbonus, per certi versi, si è rivelato una misura molto costosa e non equa, che ha portato ad uno scostamento, rispetto alle previsioni, di 37,8 miliardi di euro

L'audizione sulla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, Nadef 2022, nel corso della quale il Ministro Giorgetti ha presentato anche la relativa integrazione e la richiesta di scostamento di bilancio, è stata occasione proficua per fare il punto su alcuni interventi cruciali che, dal punto di vista fiscale ed economico, troveranno posto nella prossima Legge di Bilancio (2023).

Ebbene, (come detto in un precedente articolo), benché il governo è intenzionato a destinare la maggior parte degli sforzi economici alle misure di contenimento della crisi energetica, al fine di arginare i rincari che derivano sulle tasche delle famiglie e sui bilanci delle imprese, ci sono altri punti rilevanti su cui il Ministro ha posto l’accento. 

Tra questi, v’è senza dubbio il tema della flat tax incrementale e quello del Superbonus.

Flat tax incrementale


Dalla manovra 2023 è verosimile aspettarsi un intervento che toccherà gli interessi delle partite Iva. Il Ministro ha dichiarato che si prevede l’estensione della soglia di ricavi e compensi per le partite Iva, e l’introduzione di un regime sostitutivo opzionale (c.d. flat tax incrementale) per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario.

In particolare, il Ministro ha confermato l’intenzione di procedere all'innalzamento della soglia del regime forfettario, che dovrebbe toccare la soglia di 85 mila euro. Si tratterebbe di un aumento di 20 mila euro, rispetto alla soglia prevista attualmente (65.000 mila euro).

Ma non è tutto. Dovrebbe essere allo studio anche l’introduzione della flat tax incrementale. Si tratta, ha chiarito il Ministro, di un regime sostitutivo opzionale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15 per cento una quota dell'incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all'Irpef nei tre anni d'imposta precedenti.

  • In buona sostanza, si parla di una tassazione agevolata al 15 per cento per coloro che non ricadono nell’intervento che innalza la soglia per i “nuovi” forfettari e dunque non applicano il regime forfetario. Questi soggetti potrebbero assoggettare ad un’aliquota ridotta una parte dell’incremento di reddito registrato nel corso dell’anno. Considerando il maggiore tra i redditi Irpef dei tre anni precedenti.

È bene specificare che si tratta ancora solo di previsioni e di ipotesi: tuttavia, l’intenzione di introdurre una “tassa piatta” risponde a vecchie esigenze e, stante l’impossibilità – dal punto di vista dei costi – di riconoscere siffatto regime a tutti i contribuenti, una flat tax così pensata potrebbe in effetti trovare applicazione. Si tratterebbe, infatti, di una flat tax prevista per una specifica porzione di reddito; vale a dire, applicata solo alla differenza (in aumento) tra i redditi dichiarati nell'ultimo anno e il reddito più alto dichiarato nei tre precedenti.

Il regime agevolativo, che sarebbe certamente facoltativo e dovrebbe potersi applicare anche ai lavoratori dipendenti, rientra nel più ampio piano di detassare i redditi e contestualmente favorire l’emersione delle basi imponibili.

Superbonus


Superbonus 110: si tratterebbe, a dire di Giorgetti, di una misura molto costosa e non equa che ha portato ad uno scostamento, rispetto alle previsioni, di 37,8 miliardi di euro. 

Questa circostanza spiega il Ministro, solleva l’opportunità di considerare una riforma del meccanismo del Superbonus 110; infatti, benché si sia trattato di una misura particolarmente favorevole per l’economia del Paese, che sta affrontando una fase critica, non è possibile non riflettere sui nodi critici correlati a questa agevolazione.

In questi termini, per ridurre lo spettro agevolativo il Superbonus 110 potrebbe passare a Superbonus 90 (si prevede, dunque, un abbassamento della percentuale di credito d’imposta maturabile) e l’applicazione del regime potrebbe essere riconosciuta anche per le abitazioni unifamiliari.

Benché il governo sta valutando diverse ipotesi per ri-disciplinare il Superbonus, ciò che con ogni probabilità è destinato a cambiare sono i criteri di riconoscimento dell’agevolazione: questa, seguendo criteri più stringenti, verrà riconosciuta, stando alle ultime dichiarazioni, in base a specifici limiti reddituali di accesso e (probabilmente) solo per le prime case.

Occorre segnalare, infine, che dovrebbe essere garantita una fase transitoria.

Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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