Tra gli obiettivi vi è l’intento di semplificare le misure agevolative e armonizzarle in un “codice degli incentivi”, che sia espressione di un sistema di regole compiuto e coordinato e che costituisca un riferimento per le imprese e per l’Amministrazione
Allo stato attuale il nostro ordinamento prevede numerose misure per incentivare gli investimenti in Italia
Recentemente l’Agenzia delle entrate, nel corso dell’audizione alla Camera e Senato, ha fornito il proprio contributo in merito ai contenuti dei disegni di legge delega in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese.
Come messo in evidenza dall’Agenzia, entrambi i disegni di legge intendono perseguire l’obiettivo della revisione del sistema degli incentivi alle imprese, al fine di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell’intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo.
Gli obiettivi delle nuove misure
Il legislatore si pone l’obiettivo di ridelineare il quadro normativo in materia di incentivi, attraverso:
- misure finalizzate alla razionalizzazione del sistema, quale il riordino delle misure agevolative esistenti, da armonizzare in un “codice degli incentivi” semplificazione dei procedimenti amministrativi e snellimento degli oneri burocratici a carico delle imprese
- favorire l’implementazione di misure dirette ad accrescere l’efficacia dell’intervento pubblico – attuato mediante le politiche di incentivazione – a sostegno dell’economia, avendo riguardo alle esigenze di coesione sociale, economica e territoriale.
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Le misure previste attualmente dall’ordinamento per favorire gli investimenti
Come testualmente riportato dall’Agenzia, l’ordinamento prevede diverse misure volte ad incentivare gli investimenti nelle aree economicamente più svantaggiate, tra cui, a titolo esemplificativo, si segnalano:
– il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno
è istituito per supportare la crescita economica, attraverso l’incentivazione degli investimenti destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno. Beneficiarie del bonus sono le imprese che acquisiscono beni strumentali nuovi (macchinari, impianti e attrezzature varie) destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nei suddetti territori. Per fruire del credito occorre presentare un’apposita comunicazione all’Agenzia delle entrate e il bonus è utilizzabile, a decorrere dal periodo d’imposta in cui è stato effettuato l’investimento, solo in compensazione.
Il credito d’imposta è pari al:
- 25 per cento, per le grandi imprese
- 35 per cento, per le medie imprese
- 45 per cento, per le piccole imprese.
– il bonus ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno
è riconosciuto fino a tutto il 2023 a fronte degli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, in favore delle imprese operanti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, nell’ottica di incentivare più efficacemente l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno. Si tratta di una maggiorazione volta a incentivare l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo, direttamente afferenti a strutture produttive ubicate nei predetti territori.
Alle imprese operanti nelle regioni del Mezzogiorno, il credito d’imposta spetta nella misura del:
- 45 per cento per le piccole imprese
- 35 per cento per le medie imprese
- 25 per cento alle grandi imprese
– il bonus investimenti nelle ZES (zone economiche speciali)
è istituito, per favorire la creazione di condizioni utili allo sviluppo, in alcune aree del Paese, delle imprese già operanti nonché all’insediamento di nuove aziende.
I soggetti ricadenti all’interno delle ZES possono beneficiare di una serie di agevolazioni fiscali e semplificazioni amministrative. In particolare, per gli investimenti effettuati nelle ZES, il bonus investimenti nel Mezzogiorno è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni strumentali acquisiti entro il termine del 31 dicembre 2023, nel limite massimo, per ciascun progetto d’investimento, di 100 milioni di euro, ed è esteso all’acquisto di terreni e all’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.
Le novità nei disegni di legge n. 571 e n. 607
Al fine di fornire una disciplina uniforme delle misure di incentivazione aventi carattere fiscale, i disegni di legge propongono di introdurre apposite disposizioni che recepiscano principi consolidati, riguardanti:
- le modalità di utilizzo degli incentivi fiscali in funzione della loro diversa natura, prevedendo, se del caso, il divieto di rimborso
- il trattamento fiscale degli incentivi, ossia la relativa non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap e l’irrilevanza ai fini della determinazione della quota di interessi passivi deducibile dal reddito di impresa nonché della determinazione della quota di spese e altri componenti negativi diversi dagli interessi passivi, deducibile dal reddito di impresa.
- la possibilità di cumulare due o più agevolazioni
- il divieto di circolazione delle agevolazioni fiscali, riconoscendo siffatta possibilità solo a determinate condizioni.