Riforma fiscale: le novità sui fringe benefit

Nicola Dimitri
17.8.2023
Tempo di lettura: 3'
Esenzione sui fringe benefit fino a 3000 ma solo per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico

A certe condizioni il limite di esenzione è elevato da 258,23 euro per ciascun periodo d'imposta a 3.000 euro

Il fringe benefit rappresenta un emolumento retributivo corrisposto in forma non monetaria

Semplificazione della disciplina dei fringe benefit

Al fine di salvaguardare la mobilità sostenibile, l'attuazione della previdenza complementare, l'incremento dell'efficienza energetica, l'assistenza sanitaria, la solidarietà sociale e la contribuzione agli enti bilaterali, l’art. 5, lett. e, della L. 111 2023, prevede per i redditi di lavoro dipendente e assimilati, la revisione e la semplificazione delle disposizioni riguardanti  le  somme  e  i valori esclusi dalla formazione del reddito (fringe benefit) con particolare riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito previsti  per  l'assegnazione dei compensi in natura

In buona sostanza, con questa disposizione il legislatore nella legge delega al governo per la riforma fiscale ha inteso occuparsi del tema dei fringe benefit, al fine di semplificarne la disciplina con i prossimi decreti attuativi.

Particolare attenzione è stata dedicata ai limiti di non concorrenza, i quali verranno innalzati. Si tratta dei valori corrisposti dal datore di lavoro al dipendente per incentivare il lavoro di quest’ultimo in azienda e fidelizzarne il rapporto.

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Fringe benefit: cosa sono

Quando ci si riferisce a fringe benefit si rinvia a quei beni o servizi che l’azienda fornisce al dipendente in modo diverso da somme di denaro, in relazione al rapporto di lavoro.

Ciò considerato, il fringe benefit, rappresentando un emolumento retributivo corrisposto in forma non monetaria, a certe condizioni, o meglio superata una certa soglia, concorre alla formazione del reddito.

Allo stato attuale, la soglia di non imponibilità degli emolumenti percepiti dal dipendente in funzione del rapporto di lavoro ma diversi dalle somme di denaro non concorrono alla formazione del reddito se inferiori al valore di 3000 euro.

Per il 2023, detta soglia, tuttavia, ai sensi del Dl. 48/2023 art. 40, è riconosciuta solo ai soli lavoratori con figli a carico

Più in particolare, la disposizione citata recita che:

non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di euro 3.000,  il valore  dei  beni  ceduti  e  dei  servizi  prestati  ai   lavoratori dipendenti con figli, compresi i  figli  nati  fuori  del  matrimonio riconosciuti, i figli adottivi  o  affidati, nonché le somme erogate o  rimborsate  ai medesimi lavoratori dai datori  di  lavoro  per  il  pagamento  delle utenze  domestiche  del  servizio  idrico   integrato,   dell'energia elettrica  e  del  gas  naturale.


Fruizione dell’esenzione sui fringe benefit

È bene osservare che il D.L. n. 48/2023 prevede che il regime di esenzione fino a 3000 euro si applica solo se il lavoratore dichiara al proprio datore di lavoro di avervi diritto, indicando il codice fiscale dei figli. Toccherà poi al datore di lavoro di darvi attuazione previamente informando le rappresentanze sindacali unitarie.


Redattore e coordinatore dell'area Fiscal & Legal di We Wealth. In precedenza ha lavorato nell'ambito del diritto tributario e della fiscalità internazionale presso primari studi legali

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