Btp, l’Italia rischia una fuga dai titoli del Tesoro?

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
9.1.2023
Tempo di lettura: 3'
Gli hedge fund vendono e gli economisti ne sono sicuri: l’Italia è rischio sell-off. È meglio stare alla larga dai btp?

Secondo gli economisti, l'Italia è il Paese dell'eurozona più esposto a una crisi del debito quando la Banca Centrale Europea alzerà i tassi di interesse e acquisterà meno obbligazioni nei prossimi mesi. Nove economisti su 10 in un sondaggio del Financial Times hanno indicato infatti l'Italia come il Paese dell'eurozona "più a rischio di un sell-off nei mercati dei titoli di Stato". Solo cinque mesi fa inoltre lo stesso quotidiano britannico aveva segnalato manovre speculative degli hedge fund contro l’Italia con volumi stimati pari a quelli della crisi finanziaria del 2008. C’è da aspettarsi un aumento degli spread nei prossimi mesi?

Italia a rischio


Il motivo per cui economisti e gestori hanno una visione negativa sui titoli di stato italiani è sempre lo stesso: il debito pubblico, che se rapportato al pil, è tra i più alti al mondo. I movimenti dei rendimenti negli ultimi mesi sono tuttavia da attribuirsi alla politica dei tassi della bce. “I rendimenti di tutti i titoli governativi dell’area sono, in media, triplicati nel secondo semestre del 2022. Ovviamente, l’Italia resta il soggetto maggiormente sotto attenzione: dobbiamo considerare che i rendimenti dei Btp sono tornati sui livelli del 2012, quando il debito/PIL era intorno al 120%, mentre oggi è pari al 150%” spiega a We Wealth Edoardo Fusco Femiano, , fondatore di DLD Capital Scf, che sottolinea come esista un tema di sostenibilità del debito italiano, soprattutto in un contesto di tassi d’interesse in rialzo e di crescita economica in decelerazione. “Sebbene MES e PNRR abbiano di fatto creato una cornice europea di consolidamento dei debiti sovrani, è un dato che, forse non subito, governati e banchieri centrali dovranno porsi il problema di un costo del debito su livelli strutturalmente più alti rispetto all’ultimo decennio” continua Fusco Femiano.


Lo scudo anti-spread


Se si dovesse verificare un’effettiva svendita dei titoli di stato italiani nei prossimi mesi, soprattutto se dettata da motivi speculativi, la Bce è pronta a mettere il Transmission Protection Instrument, lo scudo anti-spread pensato per proteggere gli investitori e i Paesi da dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate, tramite l’acquisto sul mercato secondario di titoli di stato. È uno strumento in grado di tranquillizzare gli investitori? “Lo scudo anti-spread oggi è una misura più complessa da implementare rispetto al 2011: all’epoca eravamo in deflazione e, elemento da non sottovalutare, la credibilità delle banche centrali non era in gioco come lo è oggi. Il ritorno dell’inflazione ha imposto alle banche centrali di tornare a drenare liquidità per combattere la salita dei prezzi: la domanda a cui nessun investitore può dare una risposta è fino a quando terranno una simile posizione, soprattutto al manifestarsi della necessità di sostenere la liquidità generale del sistema” continua Fusco Femiano.


Conviene investire sui Btp?


Ad ogni modo i Btp sono tornati a pagare rendimenti interessanti, con il decennale che offre il 4,27%. Conviene investire a questi prezzi? Sì, ma tenendo bene a mente che qualsiasi posizione degli investitori deve avvenire nel rispetto dell’orizzonte temporale d’investimento. “Considerando la correzione a cui stiamo assistendo sul mercato obbligazionario, la raccomandazione non può che essere di posizionarsi sulle scadenze brevi o intermedie, intorno ai 5 anni, sempre nel rispetto orizzonti temporali dell’investitore. Nonostante rendimenti strutturalmente superiori alla media degli ultimi dieci anni, c’è volatilità su tutta la curva dei rendimenti e, se non si è disposti a detenere i titoli fino a scadenza, a quella volatilità si è inevitabilmente esposti” conclude Fusco Femiano.

Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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