Crisi ucraina: in gioco, sul fronte commerciale, non c'è solo il gas

14.4.2022
Tempo di lettura: 5'
L'interruzione dei rapporti con la Russia potrebbe causare conseguenze negative sui mercati europei anche nel settore dell'high tech e della tecnologia nucleare
Molti paesi dell'Europa centrale e orientale dipendono dalla tecnologia nucleare russa
La Russia è un importante fornitore di materiale impiegato nell'industria high tech europea
A cinquanta giorni dall'inizio del conflitto in corso, molto si è detto sulla questione energetica, meglio ancora sulle implicazioni della guerra sulle forniture di gas dalla Russia, e sul tentativo dell'Europa di implementare, a stretto giro, un piano idoneo a rompere la dipendenza di gas dalla Federazione.
E invero, non è solo sul fronte energetico che l'Europa potrebbe riscoprirsi vulnerabile in caso di rottura di ogni legame con la Russia.

Come mette in evidenza in un approfondito report il think thank Bruegel, la dipendenza dell'Europa verso la Russia non è limitata al solo settore energetico, ma si estende anche a quello delle materie prime necessarie per l'industria nucleare e dell'high tech.
Infatti, sebbene l'Unione europea non importi molti beni ad alta tecnologia dalla Russia, vi sono aree in cui l'Europa è particolarmente esposta alle ricadute di un'interruzione del commercio Ue-Russia: in particolare nelle tecnologie nucleari e nelle materie prime necessarie per produrre beni altamente tecnologici.
Se da un lato, le sanzioni occidentali adottate contro la Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina hanno permesso di escludere Mosca dall'economia globale e, in particolare, dalle supply chain relative dell'high tech, dall'altro lato, come mette in evidenza Bruegel, occorre considerare che queste stesse sanzioni potrebbero ritorcersi contro l'Europa.
A tal riguardo, basti considerare che la Russia è un importante fornitore di materiale e tecnologia nucleare, e fornisce all'Ue il 30% di uranio arricchito, reattori nucleari e parti di reattori.
È evidente, pertanto, che la dipendenza dell'Ue non è soltanto limitata al gas ma si estende anche al settore della tecnologia nucleare. L'interruzione dei rapporti con la Russia, sotto questo profilo, potrebbe avere impatti sui mercati e sulle imprese i cui business ruotano attorno a queste forniture.
La Russia è un importante esportatore di tecnologia nucleare a livello globale. Esporta beni nucleari – come mette in evidenza il report di Bruegel “The decoupling of Russia: European vulnerabilities in the high-tech sector” – per un valore di circa 3 miliardi di dollari nel 2019. Il 60% delle esportazioni di materiale e tecnologia nucleare è costituito da uranio arricchito e plutonio (utilizzabile anche come combustibile nei reattori) in Germania, Francia, Paesi Bassi e Svezia (per un fatturato aggregato di 640 milioni di dollari), negli Stati Uniti (580 milioni di dollari) e altri paesi non europei.
Infatti, sebbene l'Unione europea non importi molti beni ad alta tecnologia dalla Russia, vi sono aree in cui l'Europa è particolarmente esposta alle ricadute di un'interruzione del commercio Ue-Russia: in particolare nelle tecnologie nucleari e nelle materie prime necessarie per produrre beni altamente tecnologici.
Se da un lato, le sanzioni occidentali adottate contro la Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina hanno permesso di escludere Mosca dall'economia globale e, in particolare, dalle supply chain relative dell'high tech, dall'altro lato, come mette in evidenza Bruegel, occorre considerare che queste stesse sanzioni potrebbero ritorcersi contro l'Europa.
A tal riguardo, basti considerare che la Russia è un importante fornitore di materiale e tecnologia nucleare, e fornisce all'Ue il 30% di uranio arricchito, reattori nucleari e parti di reattori.
È evidente, pertanto, che la dipendenza dell'Ue non è soltanto limitata al gas ma si estende anche al settore della tecnologia nucleare. L'interruzione dei rapporti con la Russia, sotto questo profilo, potrebbe avere impatti sui mercati e sulle imprese i cui business ruotano attorno a queste forniture.
La Russia è un importante esportatore di tecnologia nucleare a livello globale. Esporta beni nucleari – come mette in evidenza il report di Bruegel “The decoupling of Russia: European vulnerabilities in the high-tech sector” – per un valore di circa 3 miliardi di dollari nel 2019. Il 60% delle esportazioni di materiale e tecnologia nucleare è costituito da uranio arricchito e plutonio (utilizzabile anche come combustibile nei reattori) in Germania, Francia, Paesi Bassi e Svezia (per un fatturato aggregato di 640 milioni di dollari), negli Stati Uniti (580 milioni di dollari) e altri paesi non europei.
Ma non è tutto. La Russia è un rilevante fornitore di materiali e semiconduttori impiegati nell'industria high-tech europea. In questo senso, l'interruzione dei legami è destinata ad avere un forte impatto sui prezzi, in un settore che è già stato messo a dura prova negli ultimi due anni. Inoltre, la Russia fornisce il 35% del commercio di ghisa, il 28% di nichel grezzo e il 25% di palladio grezzo.
In questi termini, a fronte delle turbolenze commerciali strettamente legate al conflitto in corso, è prevedibile un aumento dei prezzi nei mercati in cui la Russia è (o è stata) un fornitore strategico per l'Ue.
In questi termini, a fronte delle turbolenze commerciali strettamente legate al conflitto in corso, è prevedibile un aumento dei prezzi nei mercati in cui la Russia è (o è stata) un fornitore strategico per l'Ue.