Pir, avanzano i deflussi. I Piani “alternativi” in controtendenza

Rita Annunziata
30.1.2023
Tempo di lettura: 3'
Secondo Intermonte, volatilità e incertezza del mercato potrebbero pesare sui Pir ordinari anche nei prossimi mesi

Intermonte: “La recente volatilità e l'incertezza del mercato dovrebbero continuare, almeno nel breve periodo, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi”

Stimata una raccolta lorda da parte dei nuovi sottoscrittori di Pir pari a 40 milioni di euro per il 2022

I Pir ordinari, stando ai dati diffusi da Assogestioni, hanno registrato nel terzo trimestre del 2022 deflussi per 330,3 milioni di euro. E nei prossimi mesi, secondo l’ultimo Report mensile sulle mid small cap italiane a cura del team di ricerca di Intermonte, volatilità e incertezza del mercato potrebbero continuare a limitare gli afflussi anche nei prossimi mesi. In controtendenza gli alternativi, che hanno messo a segno una raccolta pari a 14,5 milioni di euro (sebbene in calo rispetto al periodo aprile-giugno).


Guardando agli asset under management, le masse gestite dai Pir ordinari ammontavano alla fine del terzo trimestre dell’anno a 16,5 miliardi di euro a fronte degli 1,4 miliardi dei Pir alternativi. La racconta netta trimestrale dei Pir ordinari è scivolata dai 160 milioni di euro del primo trimestre ai 96 milioni del secondo trimestre, per un totale da inizio anno di 366 milioni di euro. 


L’Osservatorio Pir de Il Sole 24 Ore, ricordano da Intermonte, aveva calcolato 63 milioni di euro di deflussi nel mese di luglio, 57 milioni nel mese di agosto e 124 milioni nel mese di settembre per i Pir ordinari, proseguita poi con -92,1 milioni a ottobre e -102 milioni a novembre. Quanto invece ai Pir alternativi, la raccolta nel terzo trimestre ammontava a 14,5 milioni di euro, in contrazione rispetto ai 153 milioni di euro del secondo trimestre e agli 83 milioni del primo trimestre.


“La recente volatilità e l'incertezza del mercato dovrebbero continuare, almeno nel breve periodo, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi”, avvertono dal team di ricerca di Intermonte. “Alla luce dell’attuale scenario e dei dati Pir del terzo trimestre del 2022, abbiamo rivisto al ribasso le nostre ipotesi di afflusso al 2022 a -358 milioni di euro, rispetto a -159 milioni di euro e notiamo che la visibilità rimane bassa, a causa sia del contesto generale di mercato sia della specifica transizione politica italiana post-elettorale”. Nel lungo termine, aggiungono, ci si attende che “l’interesse per questo prodotto rimanga piuttosto alto grazie al beneficio fiscale” e, dal punto di vista del distributore, “di poter contare su un impegno a lungo termine da parte dell’investitore”.


Sulla base di queste previsioni, Intermonte stima una raccolta lorda da parte dei nuovi sottoscrittori di Pir pari a 40 milioni di euro nel 2022. Quanto a chi sottoscrive Pir in modo continuativo, si calcola una raccolta totale nel secondo anno pari a una quota compresa tra il 35 e il 40% di quanto accantonato nei primi 12 mesi; negli anni successivi si prevede invece una raccolta pari mediamente alla metà di quanto investito nel secondo anno. “Infine, calcoliamo che l’ammontare del capitale che verrà ritirato dagli investitori che decideranno di uscire dal fondo prima del termine dei cinque anni (per qualsiasi motivo) sia pari al -5,3% degli aum nel 2022 e oltre”, concludono dall’investment bank indipendente.


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L'andamento opposto dei Pir ordinari e alternativi potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi? 

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Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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