Frieze New York 2021: il ritorno delle fiere d'arte in presenza

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Dopo l'anno terribile 2020 che ha registrato per le fiere in presenza un annullamento del 61% degli eventi, torna l'arte dal vivo. Senza però rinunciare al digitale, che rappresenta oggi un canale alternativo per la circolazione e la fruizione delle opere d'arte a livello internazionale. Ecco le prime vendute durante la fiera
L'arte torna a essere guardata in presenza nell'edizione 2021 di Frieze New York che ha aperto le sue porte al pubblico il 5 maggio e le richiuderà il 9 maggio presso il centro culturale e artistico The Shed negli Hudson Yards di Manhattan. La Grande Mela ospita uno degli eventi più importanti del settore e rilancia uno dei canali di circolazione delle opere che più ha sofferto a causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19. I dati dei principali report relativi all'anno 2020 hanno infatti evidenziato la caduta delle fiere internazionali e locali (-61% eventi in presenza) rispetto agli altri operatori del mercato come gallerie (-20% di fatturato) e casa d'aste (-30% di fatturato).
Ma ora è tempo di ripartenze, almeno per gli Stati Uniti che continuano a ritmo sostenuto con le vaccinazioni di massa e con protocolli molto rigidi per gli eventi in presenza. E allora ecco cosa aspetta i visitatori di Frieze New York 2021 che, alla partecipazione in presenza, affianca anche una ricca offerta in digitale. Anzitutto anche in questo caso gli organizzatori hanno fatto ricorso alle viewing rooms, le stanze per l'esposizione online delle opere delle gallerie partecipanti. Viene così garantita la partecipazione anche ai visitatori collegati da remoto. Tanti gli eventi digitali in programma con l'intervento di artisti e addetti ai lavori a cui si affiancano mostre e opere accessibili sempre in formato digitale e contributi istituzionali di musei e fondazioni.
Non mancano programmi video trasmessi live streaming con la partecipazione di artisti di livello internazionale, come lo speciale con Marina Abramovic  collegata dal suo loft di New York, e con influencer e appassionati d'arte come la designer di gioielli Delfina Delettrez Fendi collegata da Roma. Il filo conduttore è il progetto Tribute to the Vision & Justice a cura di Sarah Elizabeth Lewis, professore associato presso l'Università di Harvard. Il progetto è dedicato a esaminare il ruolo centrale dell'arte nella comprensione del rapporto tra razza e cittadinanza negli Stati Uniti. Come punto di partenza, ai partecipanti alla fiera è stata posta la domanda: "In che modo le arti sono responsabili di interrompere, complicare o spostare le narrazioni della rappresentazione visiva nella sfera pubblica?".
Alcuni degli artisti acclamati dalla critica come Carrie Mae Weems e Hank Willis Thomas sono stati incaricati di creare i loro omaggi al progetto. Weems presenta le immagini monumentali di copertine di libri uniche mentre Thomas, in seguito alla sua campagna "2020 Awakening", lanciata dalla sua iniziativa For Freedoms, ricrea il suo cartellone, Who Taught You To Love? (2020). Accanto a questi lavori, Mel Chin esporrà un nuovo cartellone di solidarietà con le comunità asiatiche, asiatiche americane e delle isole del Pacifico, realizzato anche in collaborazione con For Freedoms.

Frieze ospiterà inoltre una proiezione online di Aggie (2020), un lungometraggio documentario che esplora il nesso tra arte, razza e giustizia attraverso la storia della vita della collezionista d'arte e filantropa Agnes 'Aggie' Gund. Un altro momento clou del programma è la proiezione online del documentario HBO Black Art: In the Absence of Light, ispirato dallo straordinario impatto della storica mostra del 1976 di David Driskell, Two Centuries of Black American Art, che è un'introduzione al lavoro di alcuni dei i più importanti artisti visivi afroamericani contemporanei ed è diretto da Sam Pollard.
Tra le 66 gallerie presenti a Frieze New York troviamo le italiane Clima di Milano, che espone una personale dell'artista americana con base a Brooklyn Dana Lok, e Massimo De Carlo con gli artisti John Armleder, Sanford Biggers, Dennis Kardon, Jessie Homer French, Piotr Uklanski, McArthur Binion, Brian Rochefort, la rivelazione di Kaari Upson e Josh Smith.
Tra gli artisti acquistati già nella prima giornata di apertura troviamo lavori di Takashi Murakami, Louise Bonnet e Ewa Juszkiewics da Gagosian, Stanley Whitney da Lisson Gallery, Beatriz Milhazes, Brent Wadden e Raqib Shaw da Pace, di recente diventata la galleria che rappresenta l'artista Jeff Koons. E ancora Elvira Bach da Galerie Kornfeld, Yakoi Kusama, Doron Langberg da Victoria Miro, l'artista americano Devin B. Johnson con ben tre opere vendute e cinque riservate da Galleria Nicodim, Karen Kilimnik con quattro opere vendute da Galerie Eva Presenhuber/Spruth Magers e l'artista cinese Ding Yi con cinque opere vendute da Timothy Taylor. I più richiesti sono stati fin qui i lavori di Dana Lok con sei opere acquistate da Clima.

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Specializzato in diritto tributario presso la Business School de Il Sole 24 ore e poi in diritto e fiscalità dell’arte, dal 2004 è iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano ed è abilitato alla difesa in Corte di Cassazione. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza giuridica e fiscale applicata all’impiego del capitale, agli investimenti e al business. E’ partner di Cavalluzzo Rizzi Caldart, studio boutique del centro di Milano. Dal 2019 collabora con We Wealth su temi legati ai beni da collezione e investimento.

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