Anello della nonna, che stima: da 5.000 a 1.700.000 euro

Leo Criaco
Leo Criaco
17.7.2020
Tempo di lettura: 3'
Che stima dare a un anello della nonna? A volte, il valore affettivo può soccombere a quello reale del gioiello, come racconta questa storia. Con una morale: non fidarsi mai di una valutazione soltanto e scegliere i massimi esperti
Sul finire del maggio 2016 arriva a Ginevra, dal dipartimento di arte contemporanea di Milano, una richiesta di valutazione per una cliente. Una ventina di pezzi valutati da un gioielliere "di fiducia" intorno al milione di euro.
Dalla sola descrizione, capiamo subito due cose. Uno: la collezione è perfetta per un'asta. I gioielli sono firmati e rari, con pietre dalle carature e origini importanti. Due: le stime del gioielliere sono decisamente basse. Procediamo quindi alla indispensabile prova finale: quella visiva, che col tatto costituisce l'esame definitivo.

Pochi giorni dopo, incontriamo la cliente in banca. In effetti le stime del gioielliere “amico” erano nettamente conservative. Forse perché finalizzate all'acquisto dell'intera collezione, o forse per incompetenza: in asta, quel milione di euro iniziale si trasforma in cinque.

L'anello della nonna, da Cenerentola a regina grazie a una stima corretta


Il risultato più clamoroso fu senza dubbio quello di un « anello con granato », stimato dal commerciante 5.000 euro. A parziale discolpa del primo valutatore può dirsi che l'anello, visto in banca con poca luce e un po' sporco visto che l'ex proprietaria amava portarlo tutti i giorni, poteva forse essere scambiato per un granato. La stessa signora era convinta dello scarso valore della gioia, indossata quotidianamente solo per motivi affettivi. Già sotto la luce artificiale, il rosso di quel « granato » mi sembrava troppo vivo.

A svelare una volta per tutte il valore del gioiello è la luce del sole, sul terrazzo della banca. Insisto affinché la signora mi faccia lavare l'anello della nonna. La rifrazione dei raggi sulla pietra pulita sancisce l'identità di quel rosso acceso che nessun granato, per quanto bello, possiede: si tratta di un rubino, uno splendido Birmano non cotto da circa 7 carati. Dai 5000 euro della valutazione iniziale si arriva in asta a 1.747.500 franchi svizzeri.

Meglio gli esperti conclamati di una casa d'aste prestigiosa


E' un esempio che fa capire quanto sia importante affidarsi a più di un esperto per far valutare le proprie collezioni. I mercati cambiano, a volte molto repentinamente: non tutti riescono a tenerne il polso. Per esempio, i diamanti bianchi. Nel marzo 2020 Rapaport ha segnato un calo immediato di quasi il 10% per tutti i bianchi. Ma il gioiello, oltre al valore intrinseco, ha un forte valore emotivo. Alcuni specialisti attribuiscono valori più alti per alcuni gioielli perché magari conoscono un mercato di nicchia ad altri sconosciuto.

Affidarsi a una casa d'aste internazionale aiuta. Un esperto con esperienza e clientela internazionale ha accesso a uno spettro di mercato ampio, e potrebbe per questo attribuire una stima più elevata rispetto a chi si limita al mercato europeo. Inoltre, una casa d'aste nota non può non essere trasparente nelle quotazioni. Il nostro interesse coincide sempre con quello del cliente: siamo noi per primi a sperare di trovare un rubino anziché un granato. Infine, una casa d'aste internazionale non accetta di lavorare senza certificati. Fra questi figurano il GIA per i diamanti, Gubelin, AGL e SSEF per le pietre colorate e le perle naturali. Si legga su queste pagine un interessante contributo sul tema dello specialista Filippo Battino.
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Trasferitosi a Londra nel 2006, Leo Criaco capita nel mondo dei gioielli quasi per caso, iniziando come garzone da Bentley&Skinner, gioiellieri storici di Mayfair, by Royal Appointment. L'inizio part-time diventa subito full-time: la gioielleria stava costruendo il famoso teschio di diamanti di Damien Hirst – “For the love of God” e aveva bisogno di extra security. Alla fine del progetto, il direttore gli propone di prendere il posto del suo apprendista. Inizia così la sua avventura nel mondo dei gioielli. Avventura per la seconda volta "benedetta" da Hirst: è proprio Leo infatti a selezionare i diamanti rosa per il secondo teschio, for Heaven’s sake: un anno e mezzo di lavoro. Dopo sette anni, per migliorare le conoscenze del mercato, Leo Criaco inizia a lavorare con un commerciante indipendente, grazie al quale entra in stretto contatto col mondo delle aste. Approda quindi da Christie’s Ginevra nel settembre del 2015, dove tuttora ricopre il ruolo di specialista, con un occhio di riguardo per il mercato italiano.

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