I segreti del design di interni ibrido: CTRLZAK Art & Design studio

Come nasce lo studio, quali sono i loro progetti e il loro approccio al design di interni e di prodotto. Intervista a tu per tu con i designer.
CTRLZAK Art & Design studio - Il design di interni ibrido
Katia Meneghini e Thanos Zakopoulos grandi professionisti e miei cari amici fondano CTRLZAK Art & Design studio nel 2009, che può essere annoverato ad oggi fra le più interessanti realtà creative presenti sul territorio italiano con base a Milano.
Da cosa nasce il nome dello studio di design?
Il curioso nome scelto per lo studio oltre alle iniziali dei due componenti, contiene la sigla CTRL+Z una scorciatoia nella tastiera del computer che permette, appunto, di tornare indietro, una sigla enigmatica come a volte possono risultare i loro progetti dove spesso convivono ironia, caos e metodo. I fondatori, coppia nella vita come nel lavoro, sono un mix etnico fra Grecia e Italia, questa multiculturalità ha dato ricchezza alla coppia permettendogli di indagare a fondo due civiltà ricche di storia ed estetica. Thanos è nato in Grecia nella città di Ioannina dove è cresciuto, ha poi conseguito la sua formazione in vari luoghi del mondo fra cui Inghilterra e Cina per approdare infine in Italia, paese che non ha più lasciato e nel quale ha deciso di mettere radici. Come base ha scelto la città di Milano in quanto polo internazionale di arte e design ma allo stesso tempo una città a misura d’uomo che permette di coltivare relazioni e quindi il luogo ideale per dare vita allo studio CTRLZAK.
L’approccio al lavoro di CTRLZAK
Lo studio vanta progetti per diverse aziende di arredo e design di interni, oltre a seguire la direzione creativa di alcune di queste come per l’azienda visionaria JCP Universe, di pari passo alla progettazione di interni lo studio porta avanti anche una particolare ricerca in campo artistico. L’arte è da sempre il filtro critico dei CTRLZAK, il loro background è di formazione artistica la coppia si è infatti conosciuta allo IUAV di Venezia sezione Arte contemporanea.
La progettazione del duo è più vicina alla realizzazione di un’opera d’arte che non alla produzione industriale dando così un valore aggiunto ai loro oggetti. “Form Follows Meaning” è il motto dello studio, i loro progetti lavorano infatti su diversi livelli, e tendono, prima di tutto, a creare consapevolezza e a far riflettere.
La storia dello studio
Lo studio viene conosciuto dal grande pubblico grazie alla collaborazione con Seletti nata dal riadattamento di una produzione di opere d’arte a tiratura limitata dei CTRLZAK, convertita dall’azienda in produzione su larga scala. Questo progetto ha dato vita alla collezione Hybrid l’iconica linea di tableware che fonde due parti di piatti provenienti da sistemi culturali diversi, da un lato oriente dall’altro occidente. Attraverso questo percorso i design dei CTRLZAK sono diventati accessibili a tutti mantenendo vivo il loro significato e il messaggio intrinseco.
Recentemente Seletti ha prodotto una nuova edizione Hybrid sul tema del colonialismo, si tratta di una riflessione dove si enfatizza lo scambio culturale forzato avvenuto tra europei conquistatori e popolazioni indigene colonizzate, dove gli europei si sono visti arricchiti, grazie all’incontro con la cultura indigena. Hybrid world vuole sottolineare l’importanza delle proprie tradizioni e il loro impatto verso una cultura globale dove il rispetto per le diverse identità possa creare un futuro “ibrido” consapevole.
Sono molti i progetti di design dello studio che hanno colpito il grande pubblico da Quartz armchair disegnata per Biosofa, Agment centerpiece disegnato per JCP Universe, fino a Selen il vaso concettuale ricavato da un blocco di selenite disegnato per JCP Universe e molti altri. Le loro opere sono state acquistate da numerosi collezionisti internazionali oltre ad aver partecipato nel 2019, con l’iconico pezzo di design “Sideroid Zenith” all’asta di fine design realizzata da Aste Cambi a Milano.
L’approccio dei CTRLZAK è fatto di empatia e scambio umano, ogni oggetto porta in sé una storia nata da relazioni e confronti. Lo studio esce dagli schemi del mercato tradizionale distaccandosi dal classico “product design”. Ogni progetto fonda le sue basi su ispirazioni nate da viaggi attraverso il mondo, dalle diverse provenienze culturali, dal movimento e dall’osservazione del micro e del macrocosmo. Un viaggio infinito fra scienza e umanità, fra passato e futuro.
Design ibrido, in conversazione con i CTRLZAK
A tu per tu con Katia Meneghini
Cos’è per te il design?
Disegnare è un pensiero creativo. È una capacità innata che tutti noi abbiamo. Nel mio percorso ho imparato a dare forma a delle idee attraverso un processo relazionale che a partire dall’arte si è concretizzato anche in prodotti dove il risultato non sta tanto nella forma quanto nel processo che realizza il messaggio.
Qual è la scintilla che accende il tuo fuoco creativo, la ghianda da cui si sviluppa la tua poetica e il tuo lavoro, come direbbe Hillman?
La creazione è la risposta alle domande che mi pongo e dare forma tangibile all’immaginazione è la magia più grande, anche perché il risultato è spesso imprevedibile.
Qual è il tuo rapporto con il mercato e i collezionisti?
Il nostro lavoro ha incontrato spesso l’interesse di collezionisti che hanno apprezzato i nostri pezzi, molti dei quali sono stati poi pretesto per collaborare con aziende e la successiva messa in produzione. Ad esempio la collezione per la tavola Hybrid è stata all’inizio presentata con venti pezzi unici, alcuni dei quali sono stati acquistati da collezionisti privati. Altri pezzi sono già entrati a far parte di collezioni museali mentre la collaborazione con JCP Universe ci permette di realizzare delle edizioni limitate dove il saper fare artigiano e l’uso di materiali selezionati da vita a pezzi unici.
Se fossi un materiale quale saresti?
Acqua, per le sue proprietà, per essere fonte di vita capace di adattarsi a forme infinite ma anche di lasciare il segno.
Trovi ispirazione nei viaggi? Qual è il viaggio che più ti ha colpita e cambiata?
I viaggi fanno da sempre parte della nostra ricerca, sicuramente alcune mete indimenticabili sono state la Death Valley in California e l’Islanda per i paesaggi grafici e infiniti con cui non ti puoi confrontare; Buenos Aires per l’intensità del tango.
Cosa pensi possa fare il mondo del design per proteggere il pianeta?
Dovrebbe fare un passo indietro, produrre meno e progettare meglio.
A tu per tu con Thanos Zakopoulos
Cos’è per te il design?
Un buon pezzo di design per me deve unire l’aspetto pratico/funzionale, quello cognitivo e quello emotivo che si concretizza con l’aspetto estetico dell’oggetto.
Qual è la scintilla che accende il tuo fuoco creativo, la ghianda da cui si sviluppa la tua poetica e il tuo lavoro, come direbbe Hillman?
Per me la natura nelle sue tante sfaccettature è un’immensa fonte di ispirazione. La ricerca è la base fondamentale del mio lavoro, comincia sempre dall’osservazione e continua attraverso l’esperienza. Studiare, scoprire e imparare. Non bisogna mai smettere di visitare luoghi nuovi e di meravigliarsi del mondo che ci circonda. Un argomento che stimola sempre il mio interesse e lo scambio che avviene nel mondo naturale di cui anche noi facciamo parte, cosa che spesse volte sembra sfuggirci di mente…
Qual è il tuo rapporto con il mercato e i collezionisti?
Penso che il mercato rappresenti per il designer uno strumento di comunicazione in grado di raggiungere le persone. Il mondo commerciale in generale ha la caratteristica dell’immediatezza, il prodotto viene venduto entrando automaticamente nella vita del fruitore. La funzione dell’arte è di far riflettere le persone. Credo dunque che l’oggetto di design debba portare in sé questa caratteristica. Per quanto riguarda i collezionisti preferisco non avere rapporti diretti dal punto di vista commerciale, per questa ragione ci affidiamo ad intermediari come gallerie e figure addette ai lavori. A volte ci capita di avere un rapporto diretto con i collezionisti ma è raro.
Se fossi un materiale quale saresti?
Pietra che impercettibilmente si trasforma
Trovi ispirazione nei viaggi? Qual è il viaggio che più ti ha colpita e cambiata?
Il prossimo viaggio. I viaggi non hanno solo una concezione fisica ma anche mentale, i viaggi possono prendere tante forme, viaggio è: andare in Messico, aprire un libro, immergersi nella natura. I viaggi più trasformativi sono quelli che ti fanno uscire dalla tua percezione del mondo usuale.
Cosa pensi possa fare il mondo del design per proteggere il pianeta?
Ci vuole in generale più consapevolezza in tutte le filiere riguardanti il design, dal progettista, al produttore, al commerciante fino all’industria tutti dovrebbero collaborare al miglioramento e alla protezione del pianeta. Il designer attraverso ai suoi progetti ha il compito di generare un pensiero proattivo e più consapevole, sono tanti i modi in cui il design può influenzare il mondo a tutti i livelli sociali.