Canova, guanto di sfida al mercato con Elena

Pelle impeccabile e luminosa, capelli fluenti, eleganza dei lineamenti e quell’inconfondibile semi-deità che ha attraversato i secoli: è il busto di Elena di Troia, “testa ideale” del nostro Antonio Canova (Possagno, 1857 – Venezia 1822), creata fra il 1816 e il 1817, quintessenza della poetica canoviana. Capolavoro della scultura neoclassica, l’opera in marmo celebra la mitologica greca Elena di Troia e sarà uno dei pezzi forti dell’asta Old Masters Part I Sale di Christie’s il prossimo 6 luglio 2023 a Londra, nel corso della Classic Week. La forchetta di stima è stata fissata fra 2,5 e 4 milioni di sterline e ha tutte le carte in regola per essere congrua: la statua appare per la prima volta sul mercato, discendendo le generazioni direttamente dal suo primo proprietario, il Visconte Robert Castlereagh politico e statista britannico (1769-1822, poi secondo Marchese di Londonderry). La parte venditrice è oggi data dai Trustees of The Londonderry Heirlooms Settlement. Fu lo stesso Antonio Canova a donare il busto di Elena al dignitario britannico, in riconoscimento degli sforzi di Lord Castlereagh per assicurare il ritorno in Italia delle opere d'arte trafugate da Napoleone durante le guerre che da lui prendono il nome. È infatti merito del maestro di Possagno se diverse opere trafugate al nostro paese durante le guerre napoleoniche sono tornate in Italia.
Tutte le immagini sono cortesia di CHRISTIE'S IMAGES LTD. 2023
Origine e provenienza della Elena che Canova donò per gratitudine
«Oltre all'evidente fascino estetico, il busto di Londonderry ha l'ulteriore significato di essere stato un dono personale dell'artista a Lord Castlereagh in riconoscimento dei suoi sforzi per assicurare il ritorno delle opere d'arte in Italia alla fine delle guerre napoleoniche, che Canova considerava cruciali», commenta Donald Johnston, international head of Sculpture di Christie's. Dopo essere stato esposto al pubblico solo due volte – l'ultima più di 25 anni fa all'Ashmolean Museum di Oxford, nella mostra “Canova - Teste ideali” (1997) – e prima ancora alla Royal Academy of Arts di Londra nell’ambito dell’esposizione “The Age of Neo-Classicism, 1972” – il busto di Elena sarà visibile nel consueto tour pre asta. Il pubblico di Hong Kong potrà vederlo dal 24 al 28 maggio; quello di New York dal 10 al 14 giugno. Poi sarà ora di tornare a Londra per la mostra pre-vendita in loco dedicata alla Classic Week, in programma dal 1° al 6 luglio. «Negli ultimi cinque-otto anni è cresciuto l'interesse per i marmi neoclassici e Antonio Canova è considerato di gran lunga il più importante scultore del periodo.
La paternità, la composizione e la storia del busto eserciteranno un immenso fascino sui collezionisti di capolavori e sugli acquirenti di sculture tradizionali», prosegue Donald Johnston. Anche se – bisogna ricordarlo – nella Classic Week 2022 la splendida “Maddalena giacente” (5-8 milioni di pound) non solo non fece l'atteso record, ma rimase sorprendentemente invenduta, nonostante (o forse proprio per questo?) fosse stata da poco scoperta in un antico giardino inglese dove era stata dimenticata per anni e nonostante la ricorrenza del bicentenario della morte dell’artista. “Il volto che lanciò mille navi”, ovvero Elena di Troia, dovrebbe andare incontro a un diverso destino. Archetipo dell’eterno femminino, la bella Elena in questo busto si staglia fra le “Teste ideali” di Antonio Canova, realizzate in gran parte sul finire della sua carriera e della sua vita.
Christie’s ha scelto di proporre quest’opera proprio mentre alla National Gallery of Art di Washington sarà in corso (dall’11 giugno al 9 ottobre 2023) la mostra “Canova: Sketching in Clay”, pensata per ospitare 40 dei circa 60 modelli in terracotta che il maestro utilizzava nel lavoro e che ancora oggi sopravvivono. Nelle parole di Francesco Hayez: «Canova faceva in creta i suoi modelli; gettati in gesso, aveva molti bravi giovani che sbozzavano il marmo, due poi famosi scultori lo portavano al grado di finitezza, che si sarebbero detti terminati, ma dovevano lasciarvi una piccola grossezza di marmo ancora, la quale era dal Canova lavorata più o meno secondo quello che questo illustre artista credeva di dover fare».