Mondrian verso il record dopo 40 anni

È quasi impossibile trovare in asta opere di Piet Mondrian (7 marzo 1872, Amersfoort, Paesi Bassi – 1 febbraio 1944). Non sorprende dunque la grancassa di Sotheby’s nell’annunciare la presenza Composizione n. II del 1930 durante la vendita serale del prossimo 14 novembre a New York. «L'apice dello stile maturo di Mondrian» sarà battuto all'asta per la prima volta dopo quasi 40 anni. L’incasso previsto è di oltre 50 milioni di dollari. All’epoca della sua ultima vendita, nel 1983, segnò il record per un'opera di Mondrian, e in generale per un'opera di arte astratta.
Perché questo Mondrian si merita il record
Composizione n. II è uno dei soli tre dipinti che presentano il quadrato rosso dominante in alto a destra. Le altre due opere con questa caratteristica sono di minori dimensioni e albergano entrambe in collezioni museali, la Galleria Nazionale di Belgrado e la Kunsthaus di Zurigo. In generale, le opere di Mondrian che presentano una predominanza del colore rosso sono rare: solo 17 dei quasi 120 dipinti eseguiti dall'artista tra il 1921 e il 1933 sono incentrati sul colore rosso. Di questo gruppo, solo tre dipinti sono oggi in mani private. Mondrian dipinge questo quadro nel suo secondo periodo parigino, quello successivo alla grande guerra (dal 1919) e precedente la sua emigrazione negli Stati Uniti, avvenuta nel 1938.
Un linguaggio che parla piani di puro colore
È in questi anni che sviluppa e perfeziona il linguaggio pittorico a piani di puro colore primario, di non colore e linee nere. Lungi dall’essere “semplice” come appare, ogni nuova tela è frutto di una ricerca intensa, caratterizzandosi per piccole variazioni delle tonalità dei colori primari, dello spessore delle linee nere e delle dimensioni e forma delle griglie geometriche. Ogni quadro costituisce un tentativo di esprimere un principio di equilibrio via elementi opposti.
Nelle parole dello stesso Mondrian, il suo «lavoro cominciò inconsciamente a deviare sempre più dagli aspetti naturali della realtà... La prima cosa a cambiare nella mia pittura fu il colore. Ho abbandonato il colore naturale per il colore puro». Alexander Calder visitò lo studio dell’artista proprio nel 1930, commentando: «Sono rimasto molto colpito dallo studio di Mondrian, grande, bello e di forma irregolare, con le pareti dipinte di bianco e divise da linee nere e rettangoli di colore brillante, come i suoi quadri».
Quando dipinse Composizione n. II, Piet Mondrian era già famoso nei circoli artistici internazionali. Peggy Guggenheim e Alfred Barr (primo direttore del MoMA) lo corteggiavano; Hilla Rebay (1890-1967) e Marcel Duchamp (1887-1968) frequentavano il suo atelier, così come decine di giovani artisti. I luoghi che Mondrian frequentava maggiormente in quegli anni erano il Café du Dome e il Cirque Médrano a Montmartre. L’intensità degli anni parigini era però destinata a infrangersi: nel 1937 l'opera di Mondrian viene esposta dal regime nazista in Germania nella lugubre mostra contro “l’Arte degenerata”. L’artista nel 1938 lascia la Francia, prima per l'Inghilterra e poi, nel 1940, per New York. Qui, il reticolo stradale cittadino osservato dall’alto lo induce ad abbandonare definitivamente la linea nera.
Il pedigree dell’opera
Composizione n. II fu esposta già nell’anno della sua composizione, nella mostra inaugurale Cercle et Carré a Parigi. Quindi poco dopo lo stesso Mondrian la prestò all'artista svedese Otto Carlsund. Poi passò alla collezione dell'artista olandese César Domela alla fine degli anni Quaranta. In seguito, l'opera è entrata a far parte della collezione Bartos, dove rimase fino al 1983, anno in cui la acquistò l’attuale proprietario.
L’influenza di Mondrian nel XX secolo
Col suo lavoro seminale Mondrian ha influenzato l’estetica dell’intero XX secolo. Da Color Field e Minimalismo, a singoli artisti quali gli statunitensi Roy Lichtenstein (1923-1997), Tom Wesselmann (1931-2004), Richard Pettibone (1938) e il cinese Liu Ye (1964), senza dimenticare la leggendaria collezione di Yves Saint Laurent, che a metà anni Sessanta ne riprese i motivi geometrici in una serie di abiti da cocktail. E poi l'architettura, il design: Eames House in California, il municipio dell'Aia, il designer Danilo Silvestrin, le Nike SB Dunks, l'album De Stijl dei White Stripes.
Secondo il critico d’arte Peter Schjeldahl: «Pablo Picasso e Piet Mondrian sono (…) i due capostipiti dell'arte pittorica europea del XX secolo: Picasso il più grande pittore che ha modernizzato il modo di fare pittura, e Mondrian il più grande modernizzatore che ha dipinto».