Natura morta, pittura viva. Una splendida collezione privata

«Una collezione mista di grande gusto, formatasi negli anni ’70-’80 con una sapiente movimentazione in entrata e in uscita delle opere». Così definisce la specialista che l’ha preparata, la vendita Centuries of Beauty – A Refined Private Collection, ora in corso online (fino al 7 giugno 2023) da Christie’s Milano. «Vi sono moltissime nature morte, molte opere del Novecento italiano», ci racconta mentre passeggiamo fra i lotti sapientemente allestiti negli ambienti della sede milanese della casa d’aste, a Palazzo Clerici. «Ma relegarla al territorio nazionale non sarebbe corretto: vi sono anche pezzi di Renoir, Dubuffet».
«Una collezione mista di grande gusto, formatasi negli anni ’70-’80 con una sapiente movimentazione in entrata e in uscita delle opere». Così definisce la specialista che l’ha preparata, la vendita Centuries of Beauty – A Refined Private Collection, ora in corso online (fino al 7 giugno 2023) da Christie’s Milano. «Vi sono moltissime nature morte, molte opere del Novecento italiano», ci racconta mentre passeggiamo fra i lotti sapientemente allestiti negli ambienti della sede milanese della casa d’aste, a Palazzo Clerici. «Ma relegarla al territorio nazionale non sarebbe corretto: vi sono anche pezzi di Renoir, Buffet».
L'unicità della natura morta italiana del XX secolo in asta da Christie's Milano
Il topos della natura morta è stato (ed è) costantemente visitato dagli artisti di ogni epoca, corrente, e stile. Non fa eccezione la pittura italiana, anzi. «Uno degli aspetti che colpiscono delle nature morte create in Italia nel primo Novecento è la loro unicità», spiega Roberta Cremoncini, direttrice della Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra. «Presentano molti stili diversi grazie ad artisti che hanno intrapreso altrettante direzioni. All'inizio del XX secolo ci fu certamente una rinascita della pittura di nature morte, ma fu una rinascita di grande varietà».
Alberto Magnelli, Nature morte. 100.000-150.000€
Giorgio Morandi domina il XX e questo quarto di XXI secolo, regalando all’osservatore un perenne stupore di «come tanta spiritualità possa essere espressa... attraverso oggetti così umili», diceva Umberto Eco. Con il pittore bolognese popolano le tele di oggetti e simboli anche il fiorentino Alberto Magnelli, il siciliano Francesco Trombadori, il torinese Felice Carena. Tutti protagonisti di Centuries of Beauty – A Refined Private Collection, che aperta alle offerte online dal 24 maggio al 7 giugno 2023 da Christie's Milano. Quasi una ideale celebrazione delle nature morte ancora visibili sulle pareti delle ville di Pompei ed Ercolano. O dell’eterna Canestra di frutta (1597-1600) di Caravaggio, conservata alla Pinacoteca Ambrosiana. La sua raffigurazione drammatica – se non drammaturgica – di una cesta di vimini ricolma di frutti e foglie senza alcun artifizio di abbellimento resta un archetipo del genere.
Felice Carena, Uva e pere. Stima: 4000-6000€
Non solo al di là delle Alpi
Con buona pace di chi considerava il genere «di esclusiva proprietà dei pittori a nord delle Alpi», così come ricordava lo storico dell'arte Adolfo Venturi nel 1913. L’opulenza dell’Olanda seicentesca del resto ben si prestava alla celebrazione degli oggetti inanimati che ne riempivano le dimore. Sulle nature morte della prima metà del Novecento italiano influiscono le nature morte di Paul Cezanne – protagonista alla Biennale di Venezia del 1920; la sperimentazione formalista farà il resto, enfatizzando gli aspetti puramente visivi dell'opera rispetto al suo contenuto narrativo. Tutti aspetti rintracciabili nella collezione ora offerta da Christie’s Milano.
L'impasto denso di Ennio Morlotti rende quasi astratta la sua natura morta; Uva e pere di Felice Carena presenta invece un rimando decisamente cezanniano.
Ennio Morlotti, Natura morta. 5000-7000€
Il delizioso Capriccio metafisico di Filippo de Pisis riunisce un galletto accanto a una coppia di ciliegie, tipo esemplare della pittura metafisica, che accostava oggetti in combinazioni improbabili.
Filippo de Pisis, Capriccio Metafisico. Stima: 15.000-20.000€
La Natura morta di Francesco Trombadori accoglie dal canto suo la richiesta del movimento Novecento di porre fine a ogni avanguardismo per tornare ai valori classici. Ma anche alcuni degli artisti associati al Futurismo, pur nella sua esaltazione della bellezza della velocità e dell’energia dell’era delle macchine abbracciarono il genere. Basti pensare a Giacomo Balla e Gino Severini. Quest’ultimo è presente in collezione con Natura morta con uva e pere, dipinto in realtà quando il maestro si era allontanato dal movimento.
Gino Severini, Natura morta con uva e pere. Stima 12.000-18.000€
L’appartenenza delle opere in asta al periodo fascista potrebbe far sorgere una domanda: che fiori frutta e suppellettili fossero una risposta alle richieste politiche di uno Stato conservatore? Roberta Cremoncini non ne è convinta: «L'Italia era diversa dalla Germania», afferma. «Mentre Hitler cercava di reprimere le tendenze artistiche radicali, il regime di Mussolini non emise mai direttive in materia di estetica. Si potrebbe forse dire che alcuni artisti si appartarono nella pratica pittorica della natura morta come atto di introspezione in un momento di complessità politica, ma di certo non è stata questa la motivazione di tutti».
La collezione tuttavia non si limita alle nature morte. Il collezionista più attento potrà scegliere fra dipinti antichi e altre opere del XX e XXI secolo, senza escludere magistrali pezzi di scultura del XVIII secolo, con maioliche, mobili italiani e francesi, e una sfumatura di esotismo regalata da un gruppo di bronzi cinesi e dell’estremo oriente. I temi che contraddistinguono la collezione sono due, ci illustra la specialista. Il primo, come visto, è «l’amore per la natura morta: grazie all’ingegno e lavoro di ogni artista, anche gli oggetti e gli alimenti più umili vengono elevati dal loro uso quotidiano e riempiti di significati magnifici e universali, agevolando la meditazione e la riflessione personale». Il secondo è quello del paesaggio. L’occhio del collezionista si perde nelle vedute sulla grandiosità di Roma o sul mistero di Venezia, con incursioni nel mondo bucolico della campagna francese. Una collezione pensata ma non greve, emanazione della curiosità e della cura del suo primo assemblatore. Oggi pronta a cambiare residenza, per creare nuove raccolte e nuovi mondi di bellezza.
Bruno Cassinari, Le poisson noir. 6.000-8000€