Polizze
a tutela del credito: cosa sono le credit protection insurance (Cpi)
Le
polizze
a tutela del credito,
le cosiddette “credit
protection insurance”
o Cpi, sono coperture assicurative finalizzate a garantire il
rimborso del debito residuo di un finanziamento, nel caso in cui si
verifichino determinate circostanze imprevedibili in capo al debitore
(es. morte, invalidità, perdita del lavoro o gravi malattie) che ne
pregiudichino la capacità di far fronte alle proprie obbligazioni di
pagamento.
La regolamentazione delle polizze a tutela del credito (Cpi)
Nel
nostro ordinamento la regolamentazione di tali prodotti assicurativi
è stata oggetto di numerosi
interventi legislativi e regolamentari
negli ultimi anni, volti a incrementare la tutela del
consumatore/mutuatario rispetto alla condotta delle imprese di
assicurazione e dei distributori. Infatti, l’attività
di vigilanza condotta dall’Ivass
(Istituto
per la vigilanza sulle assicurazioni) e
dalla Banca
d’Italia,
nell’ambito delle rispettive competenze, ha fatto emergere alcune
criticità
sia in relazione alle condizioni di polizza di tali prodotti e alle
garanzie offerte non sempre chiare e trasparenti, sia in sede di
collocamento dei medesimi da parte delle banche, con particolare
attenzione ai costi di intermediazione considerati eccessivi.
Le criticità emerse sulle credit
protection insurance
Se
da un lato si è arrivati quindi a qualificare come
“pratica
commerciale scorretta”
quella di una banca che, ai fini della stipula di un contratto di
mutuo, obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza
assicurativa erogata dal medesimo istituto, dall’altro l’Ivass ha
disciplinato in modo dettagliato il contenuto minimo delle polizze
Cpi in termini di coperture, scoperti ed esclusioni in modo da
rendere più trasparente e omogenea la documentazione contrattuale.
Le criticità sollevate dall’Eiopa
Ulteriori
criticità – e quindi potenziali rischi per i contraenti/consumatori
di tali prodotti – sono emerse in base a una recente consultazione
pubblica dell’autorità di vigilanza europea Eiopa
(European
insurance and occupational pensions authority)
in merito al funzionamento del mercato dell’Unione europea delle
polizze di assicurazione a protezione del credito vendute tramite
banche (Credit
protection insurance (Cpi) sold via banks).
Tali
criticità concernono soprattutto i rischi
derivanti da modelli di vendita inadeguati
e da una gestione insufficiente e non appropriata dei conflitti di
interesse tra imprese e banche da parte di queste ultime, qualora
agiscano in qualità di distributori.
L’analisi
condotta dall’Eiopa ha evidenziato in particolare i seguenti
aspetti:
- Nonostante i consumatori possano teoricamente scegliere altri fornitori assicurativi, solitamente è lo stesso istituto di credito emittente del finanziamento che propone la polizza a protezione del credito erogato, sotto forma di polizza di gruppo, non sempre più vantaggiosa per il consumatore rispetto a una polizza individuale. Infatti, la maggior parte delle banche vende il prodotto Cpi di solito in abbinamento al finanziamento e la possibilità per i consumatori di acquistare prodotti alternativi resta una mera ipotesi teorica. Questo modello distributivo limita e condiziona di fatto la scelta dei consumatori.
- I prodotti offerti, i rischi coperti e i prezzi delle polizze sono talmente eterogenei nel panorama europeo da rendere di fatto notevolmente difficile per il consumatore confrontare i prodotti assicurativi tra loro e prendere decisioni di acquisto consapevoli e adeguatamente informate e ciò comporta una diminuzione della concorrenza sul mercato e quindi uno svantaggio per i potenziali contraenti.
- Risulta ancora piuttosto difficile per i consumatori – nonostante le varie misure adottate a livello nazionale – risolvere la polizza Cpi acquistata o cambiare impresa di assicurazioni, in quanto è spesso necessario a tal fine il consenso della banca e il soddisfacimento di determinate condizioni e questo in particolare quando si tratta di polizze di gruppo della banca.
- Le banche applicano commissioni di collocamento eccessivamente elevate che appaiono spesso irragionevoli e non possono essere giustificate da alti costi di distribuzione.
- Gli accordi di distribuzione tra le imprese di assicurazione e le banche prevedono spesso incentivi e modalità di remunerazione volti a massimizzare i profitti reciproci, con la conseguenza di generare significativi conflitti di interessi a danno del contraente.
L’Eiopa
auspica nella recente analisi che si instauri
quanto prima una
comunicazione collaborativa tra le Autorità nazionali
competenti (e quindi per quanto riguarda l’Italia, tra l’Ivass e
Banca d’Italia), al fine di perseguire risultati omogenei per la
tutela dei consumatori di tutta l’Unione Europea.
Si
invitano inoltre le autorità nazionali a richiamare direttamente le
banche – in qualità di intermediari assicurativi – e gli
assicuratori, al fine di intraprendere azioni per arginare
i conflitti di interesse.
Questa
analisi e le azioni di sensibilizzazione istituzionale che ne
derivano dovrebbero condurre a una maggiore protezione sostanziale
del consumatore dai rischi di subire un pregiudizio economico – non
sempre evidente – derivante dalla sottoscrizione di polizze Cpi, per
gli aspetti sopra evidenziati, così come a una decisione più
consapevole e adeguatamente informata in relazione all’acquisto dei
prodotti Cpi.
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