Gli oggetti da collezione (collectibles) sono le forme di investimento che nei momenti più turbolenti di mercato possono proteggere gli investimenti e permettere un rendimento anche a doppia cifra. Ogni oggetto da collezione, così come ogni asset class, presenta però diverse prospettive e diversi rischi. Nel nostro viaggio in quattro puntate tra i collectibles passeremo in rassegna le prospettive legate alla collezione di alcuni particolari oggetti partendo dalle borse di Chanel.
Uno scudo anti inflazione
Il rapporto “Collectibles amid heightened uncertainty and inflation – Oggetti da collezione in un contesto di maggiore incertezza e inflazione” di Credit Suisse (redatto in collaborazione con Deloitte Private) analizza le prospettive del collezionismo per il 2022 e mette in luce come le borse Chanel offrano la migliore protezione contro l’inflazione. Seguono opere d’arte tradizionali cinesi e gli orologi da polso, mentre i vini pregiati, l’arte moderna e contemporanea e l’arte americana e latinoamericana tendono a soffrire in regimi ad alta inflazione. Basti pensare che una Chanel preferibilmente disegnate da Karl Lagerfeld aumenta di valore del 7 per cento in tempi normali e del 17 per cento negli anni di alta inflazione.
Vere e proprie riserve di valore
Dal punto di vista dell’investimento, le Chanel sono definite da Credit Suisse “riserve di valore”: le loro quotazioni presentano una bassa volatilità (tra il 2,5% e il 5% all’anno) e drawdown, la perdita di valore rispetto al picco precedente, contenuti. I loro rendimenti medi annui sono calcolati dallo studio tra il 4,5% e il 6,5% e quindi il loro information ratio, il rapporto tra rendimenti e volatilità, è molto favorevole e raggiunge valori molto interessanti, intorno al 200 per cento.
Asset anticiclici
Le borse Chanel possono anche essere considerate anticicliche, ovvero il loro valore tende a muoversi in direzione opposta dal contesto economico e tende a non reagire alle prestazioni dei fondamentali macroeconomici. Basti pensare che in un anno difficile come il 2021 le quotazioni delle auto d’epoca sono cresciute in media del 6,2%, quelle dei vini pregiati del 5,4%, quelle delle borse di Chanel dell’11,8% (le Birkin di Hermes +38%).
Insomma, collezionare borse può rappresentare una forma di investimento alternativa ad azioni e obbligazioni, un investimento che ora, al pari di quanto avviene per le attività finanziarie, viene messo alla prova da un contesto macro decisamente meno favorevole.
Che anno sarà per questa particolare categoria di collectibles il 2022-23? Quali sono le borse più iconiche e quindi più profittevoli? Quali i brand su cui puntare?
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