Finanza sostenibile, com'è aumentata la consapevolezza dei consulenti

Contributors We Wealth
Contributors We Wealth, Germana Martano
28.11.2022
Tempo di lettura: 3'
Negli ultimi cinque anni è completamente cambiato il livello di informazionee formazione di consulenti e clienti rispetti agli aspetti Esg degli investimenti, ma ma si deve tenere l’attenzione alta

Nel 2017, in base ai risultati dell’indagine “Prodotti Sri: il coinvolgimento consulente-cliente”, svolta da ETicaNews in collaborazione con Anasf su un campione di 600 consulenti finanziari italiani, emergeva fame di informazione e di formazione, con l’84% degli intervistati che non era soddisfatto dell’offerta formativa fornita dal proprio intermediario sulla finanza Esg. A cinque anni di distanza, oggi, il panorama è completamente cambiato: il 65% dei consulenti finanziari dichiara un’attenzione crescente da parte dei media e anche tra i propri clienti sui prodotti Sri (il 58% di loro) e in particolare, rispetto alle caratteristiche dei prodotti Esg, quali ad esempio, le strategie di gestione adottate, gli indici considerati, lo score Esg del prodotto, sono il 58% coloro che giudicano ‘buona’ la propria conoscenza in merito, con il 19% che la definisce ‘ottima’. Una crescita di sensibilità e formazione trasversale tra professionisti, media e risparmiatori, che pone le basi per un percorso verso la sostenibilità consapevole


Un deciso cambio di passo in soli cinque anni, testimoniato anche dalla raccolta dei fondi comuni di investimento: a fine 2021 su un patrimonio degli aperti pari a 1.152 miliardi di euro, 432 miliardi, il 37,5% del totale, considera le variabili ambientali e sociali nella politica di investimento. Durante l’intero 2021 la raccolta dei fondi aperti sostenibili è stata pari a 66 miliardi di euro, contribuendo in modo decisivo al dato di raccolta complessivo dell’industria. A contribuire a questa affermazione delle tematiche Sri ci sono stati tutti gli attori del sistema, a partire dalla Commissione europea che, ultima in ordine temporale, ha introdotto dallo scorso 2 agosto, attraverso il Regolamento Delegato (UE) 2021/1253, l’obbligo per i consulenti finanziari e tutti i professionisti del settore di tenere conto nella valutazione di adeguatezza anche delle preferenze di sostenibilità dei clienti. 


La cornice europea è stata al riguardo assolutamente fondamentale, come testimonia anche il report Iosco, l’Organizzazione internazionale delle Autorità di controllo dei mercati finanziari, dell’agosto di quest’anno “L’educazione dell’investitore retail nel contesto di mercati e prodotti finanziari sostenibili”, che indica la strada dell’educazione finanziaria degli investitori come fondamentale per facilitare la comprensione delle caratteristiche e dei rischi della finanza sostenibile e dei relativi investimenti. Anello di congiunzione per gli investitori è in larga parte il consulente finanziario, tanto che Anasf, partecipando lo scorso marzo alla consultazione sulla modifica del regolamento MiFID II per l’introduzione della sostenibilità nel processo di consulenza, non ha esitato a dichiararsi favorevole all’introduzione delle domande sulla sostenibilità all’interno della valutazione di adeguatezza, in quanto spetta proprio ai consulenti finanziari sensibilizzare i cittadini verso le tematiche Esg. 


Anasf ha dato il suo contributo al settore del risparmio anche portando, in meno di due anni, oltre 2.500 consulenti finanziari a seguire il percorso formativo “Finanza Sostenibile e Investimenti Esg”, ideato con SDA Bocconi School of Management e riconosciuto da Efpa, European financial planning association. Un percorso che testimonia l’impegno della categoria tutta sui temi della sostenibilità.


Germana Martano è direttore generale dell'Anasf

Quest'articolo è tratto dal numero di novembre di We Wealth

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