Green bond pronti a volare, tra nuove (e vecchie) regole

Rita Annunziata
15.5.2023
Tempo di lettura: 3'
Il segmento delle obbligazioni sostenibili si conferma solido, con circa 854 miliardi di emissioni nel 2022. Le aspettative per i prossimi anni restano rosee. Complice la spinta normativa. L'analisi di Alessandro Asmundo, research and policy officer del Forum per la finanza sostenibile

La finanza sostenibile si conferma più resiliente rispetto agli investimenti tradizionali. Lo stesso vale per il mercato delle obbligazioni verdi, che potrebbe continuare a volare grazie alle nuove regole

Le emissioni di green bond hanno rappresentato oltre il 50% delle obbligazioni sostenibili emesse nel 2022 (pari a 332,5 miliardi)

Asmundo: “Le aspettative di crescita delle obbligazioni sostenibili sono sicuramente favorite dalle varie iniziative normative in Europa, Usa e Cina”

Il conflitto russo-ucraino, la crisi energetica, la crescita dell’inflazione e l’aumento conseguente dei tassi d’interesse hanno contrassegnato le performance dei mercati globali, specie nei primi tre trimestri dello scorso anno. Ma la finanza sostenibile, pur avendo assistito a un iniziale rallentamento in linea col mercato, ha dato nuovamente prova di maggiore resilienza rispetto agli investimenti tradizionali, come avvenuto allo scoppio della crisi pandemica. Secondo gli ultimi dati Morningstar, guardando ai fondi sostenibili per esempio, il quarto trimestre del 2022 ha visto afflussi netti per 37 miliardi di dollari, a fronte dei fondi tradizionali che hanno registrato 200 miliardi di ritiri netti. E lo stesso vale per i green bond, complice in questo caso (anche) la spinta normativa.


“Il mercato delle obbligazioni sostenibili si è confermato solido nel suo complesso, con circa 854 miliardi di dollari di emissioni nel 2022, leggermente in calo rispetto all’anno precedente”, ricorda Alessandro Asmundo, research and policy officer del Forum per la finanza sostenibile. “Il risultato è in linea con una generale contrazione del mercato del debito, con le obbligazioni sostenibili che nel corso dell’anno hanno comunque mantenuto la loro quota di mercato globale. Altrettanto importante sottolineare come nei primi tre trimestri del 2022 l’emissione di obbligazioni sostenibili abbia rappresentato a livello europeo il 20,8% del totale, rispetto al 19,9% del 2021”, aggiunge, riportando i dati raccolti dall’Association for financial markets in Europe.

 

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Le emissioni di green bond in particolare, pur segnando per la prima volta una flessione dal 2015, hanno rappresentato più della metà delle obbligazioni sostenibili emesse nel 2022 (52% pari a 332,5 miliardi di dollari). E potrebbero continuare a volare, dopo aver dimostrato la propria resilienza in un contesto economico turbolento. Climate bonds initiative stima infatti come le emissioni di green bond potrebbero raggiungere “l’ambizioso livello di 5mila miliardi di dollari l’anno a partire dal 2025”, spiega Asmundo. Evidenziando come già i primi numeri del 2023 lascerebbero ben sperare, se si considera che nei primi tre mesi dell’anno le nuove emissioni hanno sfiorato i 121 miliardi di dollari.


“Le aspettative di crescita delle obbligazioni sostenibili sono sicuramente favorite dalle varie iniziative normative in Europa, Usa e Cina come il piano NextGenerationEu, l’Inflation reduction act negli Stati Uniti e l’introduzione di Green bond Principles in Cina”, osserva Asmundo. Soffermandoci sul caso europeo, la Commissione prevede di finanziare fino a 250 miliardi di euro (o il 30%) del piano NextGenerationEu attraverso l’emissione di green bond. Inoltre, lo scorso 28 febbraio Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sull’European green bond standard (EuGbs), nato con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e la credibilità del mercato dei bond verdi, accrescere la fiducia degli investitori, ridurre il rischio di greenwashing e favorire la transizione verso un’economia più sostenibile. L’accordo dovrà essere adottato dalle due istituzioni prima di diventare definitivo e si applicherà 12 mesi dopo la sua entrata in vigore. Successivamente, la Commissione europea pubblicherà anche dei modelli per gli emittenti di altre obbligazioni con obiettivi ambientali, che non utilizzano lo standard EuGbs.


(Articolo tratto dal magazine We Wealth di maggio 2023)

Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.
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