Il 16 e 19 maggio prossimi, Sotheby’s New York ospiterà le due aste (diurna e serale) dedicate alla collezione di Mo Ostin (1927-2022), produttore musicale e appassionato collezionista d’arte.
Ostin – ricordato dagli artisti musicali come “colui che li metteva sempre al centro della scena”- iniziò la propria carriera con la casa discografica jazz Verve, spostandosi poco dopo nell’etichetta Reprise di Frank Sinatra. Negli anni ’60, a seguito dell’acquisizione di Reprise da parte di Warner Bros Records, Mo divenne dirigente, distinguendosi sin da subito per il formidabile fiuto nella scoperta di nuovi talenti quali The Kinks, The Jimi Hendrix Experience, Neil Young, Joni Mitchell, Van Morrison, Rod Stewart e i Black Sabbath (ricordiamo qui anche la scritturazione dell’improbabile cantautore e suonatore di ukulele Tiny Tim). Negli anni ’70 e ’80, Ostin aiutò a definire lo stile musicale dell’epoca, facendo adattare la Warner Bros ai cambiamenti culturali del tempo rimanendo sempre aperta alle novità. Infatti, tra le acquisizioni di quegli anni si annoverano artisti quali Prince, i REM, i Dire Straits e i Red Hot Chili Peppers.
Mo Ostin al Mo Ostin Basketball Center, UCLA
Se la passione musicale di Mo è stata ben documentata negli anni, non altrettanto si può dire dell’amore per l’arte condiviso con la moglie Evelyn. Sin dall’incontro con Norman Granz (fondatore della casa discografica Verve e amico di Picasso), Ostin iniziò a collezionare arte, continuando per più di cinquant’anni fino al giorno della propria morte. Le aste The Mo Ostin Collection offriranno al pubblico 33 delle rare opere del produttore, ricomprendenti lavori realizzati tra il 1915 e il 2019 da artisti del calibro di René Magritte, Pablo Picasso, Willem de Kooning, Cy Twombly, Jean-Michel Basquiat, Richard Prince, Cecily Brown e Takashi Murakami.
Cy Twombly, Untitled (1962)
La collezione Mo Ostin in asta fra Magritte e Basquiat
Tra le opere più importanti, ci sono sicuramente i due dipinti di René Magritte L’Empire des lumières (1951) e Le Domaine d’Arnheim (1949). Il primo – acquistato da Mo nel 1979 e mai più visto dal pubblico – è uno dei soli diciassette esemplari creati dall’artista a partire dal 1948. Rispetto agli altri quadri della serie (il primo dei quali fu acquistato da Nelson Rockefeller), il dipinto di Ostin è caratterizzato dal foliage verticale e da un albero particolarmente alto sul lato destro della composizione. Stimato tra i 35 e i 45 milioni di dollari, il quadro segue L’Empire des lumières (1961) già venduto da Sotheby’s lo scorso anno per 59.4 milioni di pound.
René Magritte, L’Empire des lumières (1951)
Le Domaine d’Arnheim (1949) invece, stimato tra i 15 e i 25 milioni di dollari, è uno dei tre dipinti ispirati all’omonimo racconto di Edgar Allan Poe. Il quadro si caratterizza per la montagna immaginata da Magritte a forma d’aquila (Arnheim in tedesco significa “casa delle aquile”) e per l’assenza delle uova nella composizione, sostituite da una finestra dai riflessi surrealisti.
René Magritte, Le Domaine d’Arnheim (1949)
Altri due quadri rilevanti offerti all’asta saranno quelli di Cy Twombly e Jean-Michel Basquiat. Il primo, Untitled (1962), fa parte del periodo barocco dell’artista trasferitosi da New York a Roma nel 1957. Stimato tra i 14 e i 18 milioni di dollari, il dipinto richiama la mitologia Ellenica in modo particolarmente articolato e viscerale. Moon View (1984) di Jean-Michel Basquiat ritorna sul mercato dopo 30 anni nella The Broad Art Foundation di Los Angeles. Quotato tra 7 e i 10 milioni dollari, il quadro in puro stile dell’artista è ispirato a Galileo Galilei e ai primi disegni della luna. Infine, particolarmente importanti sono i quadri Paysage (1965) di Pablo Picasso e Untitled (1958) di Joan Mitchell (entrambi stimati tra i 7 e i 10 milioni di dollari), Two Figures (1946-47) di Willem De Kooning (quotato tra i 5 e i 7 milioni di dollari) e Free Games for May (2015) di Cecily Brown (stimato tra i 3 e i 5 milioni di dollari).
Jean-Michel Basquiat, Moon View (1984)
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In copertina: Mo Ostin con tre dei membri del gruppo Rat Pack (da sinistra: Dean Martin, Mo Ostin, Franck Sinatra e Sammy Davis Jr). Tutte le foto courtesy Sotheby’s.